Di stella polare – che si sappia – ce n’è una.

Ma ieri, 2 luglio, in Duomo ad Ivrea, si è forse realizzata una prodigiosa eccezione “astronomica”.

Perché l’Ordinazione diaconale di Don Antonio Luca Parisi ha beneficiato di una straordinaria “congiunzione” non solo simbolica, tra due riferimenti provvidenziali, ciascuno dei quali così luminoso, che potrebbe, a suo modo, apparire proprio come una “stella polare”.

Entrambi sono stati evocati e sottolineati dal Vescovo ordinante, Mons. Edoardo Aldo Cerrato.

Il primo: la scelta delle Letture per la Liturgia non è stata operata cercando Testi che fossero sembrati idonei per la circostanza.

Ci si è affidati a quanto la Provvidenza avesse disposto tra quelle del giorno; in particolare il brano tratto dal Libro del Profeta Amos.

Sicchè, anche in questo modo, ponendosi all’ascolto aperto e sincero della Parola di Dio, se ne coglie quella iridescenza di significati che manda messaggi all’uomo ed alla donna di ogni tempo e, perciò, anche alla Chiesa che è in cammino nel Mondo e con il Mondo.

Tutto ciò è contenuto nel video che correda questo servizio, che, in oltre 20 minuti, riepiloga le fasi essenziali della Celebrazione e, in particolare, l’omelia del Vescovo, insieme ai momenti più significativi dell’Ordinazione.

Ma, proprio per permettere di “innestarsi” con maggiore aderenza, in sintonia, con la riflessione del Vescovo, al termine di queste righe pubblichiamo integrali anche le Letture di sabato 2 luglio.

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Il secondo riferimento è, in fondo, il più grande ed “efficace” augurio che si possa fare ad un giovane che diventa Diacono.

E’ sempre il Vescovo che, al termine della Celebrazione, dà una rassicurazione fondativa e fondamentale: affido il tuo Ministero – dice ad Antonio – alla protezione del Cuore Immacolato di Maria.

Non c’è bisogno d’altro per essere certi che questo nuovo Ministro, Servitore della Chiesa, sarà assistito nel suo cammino da ogni Grazia e benedizione.

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La cronaca della giornata è affidata alla penna di Elisa Moro; una citazione doverosa e sincera per la cura ed il talento posti nell’animazione della Liturgia al Coro della Cattedrale diretto dalla Signora Ausilia Fiorina; all’organo il Maestro Alessandro Veneri.

Al termine di tutti i testi, un’ampia gallery di immagini, condivisa anche su Facebook, che concorre a documentare questa belle giornata di letizia piena per la Chiesa eporediese.

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(E.M.) –Sì, lo voglio … Con l’aiuto di Dio lo voglio”: con fermezza e commozione sono risuonate queste parole dalle labbra di Don Antonio Parisi, neo diacono per la Diocesi di Ivrea, in risposta alle “incalzanti domande della Chiesa” – citando l’omelia di Mons. Vescovo – “che richiamano gli elementi essenziali del cammino diaconale, in vista di quello sacerdotale”.

Una celebrazione intensa e densa di significato quella vissuta, sabato 2 luglio, in Cattedrale, che ha visto la presenza di numerosi giovani, provenienti da varie realtà diocesane e parrocchiali, e di diversi alunni dell’Almo Collegio Capranica di Roma, lo stesso frequentato da Antonio, che hanno curato nei dettagli la liturgia.

Momenti intensi, come al canto delle Litanie dei Santi, dove l’ordinando, prostrato a terra dinanzi all’altare, citando le parole di Mons. Edoardo, domanda a Dio che “la sua vita si spalanchi all’amore di Colui che lo ha scelto e chiamato ad essere di Cristo ancor più intimamente e fortemente di prima”.

Un gesto antico, quello della prostrazione, di dono totale e assoluto, di “appartenenza a Cristo, nel cuore e nelle opere”, che richiama l’assoluta disponibilità nei confronti di Dio e del suo progetto su ciascuno: “non sarai tu, Antonio, a stabilire le modalità e le circostanze del tuo servire; la tua parte sta nel vivere la fedeltà a Dio che ti ha chiamato e che oggi ti assegna un compito dando alla tua vita un nuovo inizio, innestato sull’Inizio da cui tutto ha avuto origine”.

Un elemento centrale di tutta la liturgia diaconale è il richiamo costante all’umiltà, non solo nel servizio concreto ai fratelli, ma nel rinnovamento di sguardo e di cuore: “è la consapevolezza di chi è Dio e di chi sono io; la necessità di accogliere lo sguardo di Dio e di una incessante purificazione interiore, attraverso la quale si cresce e si diventa ciò che Dio ci chiama ad essere, in un cammino di libertà dalle paure, dalle ansie, dall’abbattimento per gli insuccessi; una crescita nell’amare in modo oblativo, nel servire senza pretese, avendo a cuore il vero bene degli altri, contento dei talenti ricevuti, senza invidie ed avvilenti confronti, impegnandosi con serietà ma senza seriosità, nella consapevolezza che siamo “vasi di creta” che contengono però un tesoro prezioso da condividere nella missione che ci è stata affidata”.

In questo percorso di maturazione e di crescita spirituale e umana, in vista del ministero sacerdotale, Don Antonio, che svolgerà la sua missione a Rivarolo Canavese, in particolare rivolgendosi ai più giovani, sarà dunque chiamato a “servire il popolo di Dio nel bisogno che ha di rinnovare l’incontro con il Signore”, nella consapevolezza – ricordando la verità che illuminò il cammino spirituale del teologo H.U. Von Balthasar – che “no, tu non servirai, tu sarai preso a servizio”.

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LETTURE DALLA LITURGIA DI SABATO 2 LUGLIO 2022

Prima Lettura

Am 9, 11-15

Dal libro del profeta Amos
Così dice il Signore:
«In quel giorno rialzerò la capanna di Davide,
che è cadente;
ne riparerò le brecce, ne rialzerò le rovine,
la ricostruirò come ai tempi antichi,
perché conquistino il resto di Edom
e tutte le nazioni
sulle quali è stato invocato il mio nome.
Oracolo del Signore, che farà tutto questo.
Ecco, verranno giorni
– oracolo del Signore –
in cui chi ara s’incontrerà con chi miete
e chi pigia l’uva con chi getta il seme;
i monti stilleranno il vino nuovo
e le colline si scioglieranno.
Muterò le sorti del mio popolo Israele,
ricostruiranno le città devastate
e vi abiteranno,
pianteranno vigne e ne berranno il vino,
coltiveranno giardini e ne mangeranno il frutto.
Li pianterò nella loro terra
e non saranno mai divelti da quel suolo
che io ho dato loro».

Salmo Responsoriale

Sal 84

Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore:
egli annuncia la pace
per il suo popolo, per i suoi fedeli,
per chi ritorna a lui con fiducia.

Amore e verità s’incontreranno,
giustizia e pace si baceranno.
Verità germoglierà dalla terra
e giustizia si affaccerà dal cielo.

Certo, il Signore donerà il suo bene
e la nostra terra darà il suo frutto;
giustizia camminerà davanti a lui:
i suoi passi tracceranno il cammino.

Vangelo

Mt 9, 14-17
Dal Vangelo secondo Matteo


In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno. Nessuno mette un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio, perché il rattoppo porta via qualcosa dal vestito e lo strappo diventa peggiore. Né si versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti si spaccano gli otri e il vino si spande e gli otri vanno perduti. Ma si versa vino nuovo in otri nuovi, e così l’uno e gli altri si conservano».