Dal 2020 sono 18 i Comuni che hanno aderito alla proposta di Scs di adottare esclusivamente il sacco arancione per il conferimento del rifiuto indifferenziato: e i risultati sono più che confortanti.
Il percorso proposto prevede alcuni gradini: in primo luogo, la distribuzione massiva dei sacchi semitrasparenti Scs ai cittadini; poi l’ordinanza del sindaco che impone l’obbligo di utilizzo del solo sacco arancione, la definizione di una data certa a partire dalla quale non si raccoglie altro se non il sacco Scs, le modalità di gestione del rifiuto nel caso in cui il sacchetto non sia raccolto; si inizia quindi con la raccolta esclusiva dei sacchi Scs, che prevede che i sacchi non conformi non siano raccolti e siano identificati da un adesivo depositato dall’operatore con la specifica della motivazione della mancata raccolta (sacco non Scs – rifiuto non conforme – superamento del peso massimo di 5 kg); monitoraggio dei conferimenti a cura di ogni Comune durante i passaggi settimanali degli operatori.
“I risultati del percorso parlano chiaro – sottolinea il direttore generale della società, Andrea Grigolon – se da un lato il peso del rifiuto indifferenziato si è mediamente ridotto del 28%, oscillando dal 40 al 10 per cento a seconda del Comune preso in esame, dall’altro troviamo un pressoché generalizzato aumento della percentuale di raccolta differenziata (in media del 5%), segno che i rifiuti vengono ora gestiti più correttamente. Questi risultati, che hanno trovato conferma nel tempo, si inseriscono negli obiettivi di miglioramento che la nostra società si prefigge, legati sia alla raccolta differenziata che alla sua qualità”.
La necessità che ha guidato questa scelta è, oltre che ridurre l’impatto ambientale della gestione dei rifiuti, rispettare i limiti imposti dal Piano regionale di gestione dei rifiuti del Piemonte e dall’Unione europea, che diventeranno sempre più stringenti: il piano regionale prevedeva per il 2020 una produzione di rifiuti indifferenziati pro capita annua pari a 159 kg, che dovranno ridursi a 126 nel 2025 e a 100 nel 2030; lo scorso anno la media dei Comuni di Scs è stata 158 kg.
Contestualmente deve salire la percentuale di raccolta differenziata: dal 65% nel 2020, al 70% nel 2025, al 75% nel 2030.
Nel 2021 nel territorio di Scs è stata del 69,5%.
“Ridurre la quantità di rifiuto indifferenziato da conferire al termovalorizzatore – afferma il direttore Scs – implica un immediato riscontro nella riduzione dei costi di smaltimento sostenuti da ogni Comune. Nei primi 4 mesi del 2022 i Comuni aderenti hanno infatti ridotto i costi per lo smaltimento del rifiuto indifferenziato, rispetto allo stesso periodo del 2021, di circa 1,50 euro/abitante”.
La misura adottata, inoltre, non ha implicato particolari esborsi né per i Comuni che hanno partecipato né per la società; ma richiede, questo sì, un grande investimento di tempo ed energie nel sensibilizzare i cittadini, monitorarne i conferimenti e, in alcuni casi, sanzionare chi non si comporta in modo corretto.
I Comuni sinora coinvolti sono Tavagnasco, Salerano, Villareggia, Mazzè, Cuceglio, Azeglio, Pavone, Burolo, Candia, Samone, San Martino, Quassolo, Vische, Colleretto, Romano, Vestignè, Parella, Chiaverano.
“La speranza è ovviamente allargare l’adesione ad altri Comuni – conclude Grigolon –, associando questa misura ad altre, di comunicazione, legate al miglioramento della qualità dei rifiuti conferiti”: come la campagna verifiche e controlli sul compostaggio domestico, il bando sensibilizzazione sulla raccolta dei Raee, la capillare diffusione dei laboratori didattici nelle scuole del territorio.