Alzi la mano chi, guardando la moltitudine di famiglie – riunite a Roma per il loro Incontro mondiale dal 22 al 26 giugno – non avrebbe desiderato essere lì!

A noi, sì, sarebbe piaciuto: certamente per convinzione, un po’ anche per curiosità e poi per desiderio di condivisione.

Il titolo di questo incontro era bellissimo e allo stesso tempo incoraggiante pur se impegnativo: “L’amore familiare: vocazione e via di santità”.

Un progetto di vita!

Il programma era nutrito: da un momento iniziale di festa a esperienze di cammino nella fede, da parte di famiglie e anche di personaggi dello spettacolo.

Si sono infatti susseguite testimonianze di coniugi, da tutto il mondo, riguardanti la separazione, la morte di una figlia o del coniuge, l’accoglienza di un figlio “diverso”.

Nei giorni successivi si sono sviluppati momenti di studio sulla “Famiglia – Chiesa domestica”, sull’accompagnamento nei primi anni del matrimonio, sui rapporti intergenerazionali, sulla natalità, sul cammino del Perdono.

Il tutto poi si è concluso in piazza San Pietro il sabato con la Messa e il Mandato di papa Francesco alle famiglie.

Era infatti suo desiderio che la domenica restasse libera perché ogni famiglia potesse partecipare alle iniziative preparate, per l’occasione, nella propria Diocesi.

Vedere tutto ciò ci ha fatti tornare al giugno 1980; eravamo ad Assisi con don Meaglia, don Duretto, don Boffa, Anna e Pino Taranto, ad un convegno sulla famiglia.

Si era quasi agli inizi della Pastorale familiare nella nostra Diocesi e per noi, giovani sposi, si è aperto un mondo, perché lì, per la prima volta abbiamo sentito la definizione, nata dal Concilio Vaticano II, della Famiglia come “Chiesa domestica”.

Allora il sacramento del Matrimonio non era qualcosa di privato e di significato inferiore agli altri?!

Il nostro amore era sacro e con l’impegno a viverlo, pronti a dare la vita l’uno per l’altro, poteva meritarsi la presenza di Gesù e col suo aiuto la strada dell’amore umano poteva portare alla santità.

Una rivoluzione… la stessa sentita nelle parole dei coniugi testimoni a Roma.

L’anno successivo, nella nostra ricerca di cogliere il progetto di Dio sulla nostra coppia, abbiamo partecipato, al Palaeur, ad un incontro mondiale di famiglie in cui Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, ricordava agli sposi che “il compito è quello di tener acceso nelle case l’amore, ravvivando quei valori che sono stati donati da Dio alla famiglia, per portarli ovunque nella società, generosamente e senza sosta”. Che dire ancora? Chi ha partecipato all’evento ha certamente colto il messaggio che è importante non isolarsi, camminare insieme ad altre coppie credendo nel valore e nella “dignità” della nostra famiglia; credendo che la via alla santità è la via normale dell’amore cristiano; che si può talora sbagliare ma si può e si deve sempre ricominciare…

Come ha sottolineato il cardinale Farrell, “la famiglia non è solo un terreno da irrigare, ma un seme da spargere nel mondo per fecondarlo con testimoni reali e credibili della bellezza dell’amore”. Di questo amore e di questa speranza il mondo è assetato.

Laura e Giorgio Pistono