Per questa tappa del 1° Festival culturale della Via Francigena di Sigerico studenti, insegnanti, religiosi, genitori e turisti hanno sfidato la canicola delle 15 di domenica scorsa 3 luglio e hanno partecipato alla presentazione, nel cortile del Vescovado, del lavoro degli allievi del Liceo “Botta”: una bella graphic novel dedicata alla storia, vista con gli occhi di una coppia di giovani studenti di oggi, del beato Taddeo McCarthy.
Dopo gli interventi del vescovo monsignor Edoardo Cerrato, di don Riccardo Bigi, della preside Lucia Mongiano e degli insegnanti Maria Grazia Caresio, Irene Piovanelli e Roberta Maran, il gruppo di studenti della 3ª E e 3ª L del linguistico intensificato “Cambridge”, ha narrato al pubblico ogni scena mentre le immagini scorrevano proiettate.
Al lavoro ha anche partecipato il docente Orso Maria Piavento. Nato a West Cork intorno al 1455, all’età di circa 27 anni fu nominato vescovo di Ross da papa Sisto IV.
Il 3 maggio 1482 Taddeo venne consacrato nella chiesa di Santo Stefano del Cacco a Roma da Stephanus Teglatius, arcivescovo di Antivari.
Ma quando tornò nel Munster, scoprì che la sede vescovile era già occupata da Ugo O’Driscoll, che lo dichiarò impostore e fece giungere le sue rimostranze alla corte papale.
Ovviamente erano gli esiti di una guerra tra clan rivali: il clan dei McCarthy era in guerra da anni con la casata anglo-normanna dei Geraldine che aveva invaso il suo territorio; anche il clan degli O’Driscoll di Ross era in lotta con il clan McCarthy.
A seguito delle pressioni ricevute dall’Irlanda, nel 1483 papa Sisto scomunicò Taddeo e fu costretto a lasciare la diocesi e a stabilirsi in un’abbazia cistercense messa a sua disposizione dal vescovo di Clogher.
Anziché ricorrere alla forza del clan – come ha ben sottolineato don Bigi – Taddeo decise presto di farsi pellegrino sino a Roma, lungo l’itinerario di Sigerico, per perorare la sua causa.
Due anni dopo papa Innocenzo VIII tolse la scomunica e lo destinò alla diocesi unita di Cork e Cloyne il 21 aprile 1490.
Tuttavia quando giunse alla nuova sede episcopale trovò che essa era stata usurpata da Gerald FitzGerald, ottavo conte di Kildare.
Non riuscendo a farsi riconoscere i propri diritti, fece ritorno a Roma per far valere le proprie ragioni presso Innocenzo VIII.
Il papa gli affidò alcune lettere nelle quali si ordinava al conte di Kildare e agli altri potentati irlandesi, pena la scomunica, di consentire al vescovo di insediarsi nella sua diocesi.
Nella strada di ritorno giunse a Ivrea, gravemente ammalato, venne accolto nell’Ospedale dei Viginti Uno, l’antico ricovero per i pellegrini che percorrevano la via Francigena, oggi in via San Giovanni Bosco all’altezza del civico 45.
Stremato, aveva chiesto ospitalità come semplice pellegrino.
Qui morì il 24 ottobre 1492 e solo dopo la sua morte fu trovato nei suoi bagagli l’anello vescovile e la pergamena papale.
La storia commosse la popolazione di Ivrea e fu sepolto in Duomo divenendo subito oggetto di culto; la sua beatificazione fu confermata nel 1896 da papa Leone XIII.
La graphic novel vanta notevoli tavole realizzate nell’ultimo anno scolastico dagli studenti che si sono divisi i compiti: dallo storyboard ai disegnatori, dagli sceneggiatori ai coloristi, dagli impaginatori ai dialoghisti: naturalmente in lingua inglese.
Una prova di professionismo non comune, presentato in videoproiezione e forse, presto su carta.
Ciliegina sulla torta la presentazione con degustazione del dolce “filologicamente corretto” preparato e offerto ai presenti da Nella Cioccolata: l’originale “Machàr”.
Fabrizio Dassano