Con la salita dei 4.122 metri dell’Aiguille Verte nel massiccio del Monte Bianco, portata a termine lo scorso 11 giugno, l’alpinista pontese Massimo Lucco Castello ha concluso l’ascesa di tutte le 82 cime dell’arco alpino che superano i quattromila metri.
L’ennesima impresa alpinistica dell’ex-vigile urbano di Pont, ormai da quasi tre anni guardaparco del Parco Nazionale Gran Paradiso di stanza in valle Soana, va dunque ad aggiungersi ai suoi tanti exploit già compiuti sulle vette di mezzo mondo negli ultimi 20 anni.
Le sue conquiste spaziano dagli oltre 6 mila metri del Mount Mc Kinley (Denali) in Alaska, dell’Aconcagua e dei vertiginosi pendii ghiacciati dell’Alpamayo in Sudamerica, dagli oltre 8 mila metri dello Shisa Pangma in Himalaya fino al mitico Cerro Torre della Patagonia, una delle montagne più difficili da scalare dell’intero pianeta.
Imprese che fanno certamente di Massimo Lucco Castello uno degli attuali scalatori di punta del Canavese e non solo, anche perché nel “carnet” dei quattromila delle Alpi appena portato a termine figurano tra l’altro pure le tre temibili “pareti nord” dell’Eiger, delle Grand Jorasses e del Cervino, dove i più grandi nomi della storia alpinistica hanno scritto in passato pagine epiche (talora purtroppo finite tragicamente) di quello che sarebbe molto riduttivo definire soltanto come uno “sport”.
Dopo quest’ultima impresa, completata significativamente – per lui guardaparco – proprio nell’anno in cui il Parco del Gran Paradiso compie i suoi primi cento anni di vita (e nel cui territorio è situato l’omonimo ed unico “quattromila” interamente italiano), Massimo porterà certamente con sé un bagaglio di ricordi ed emozioni davvero uniche, vissute e condivise con gli amici alpinisti che lo hanno affiancato in questa sua lunga ed entusiasmante cavalcata tra le rocce verticali e le pareti di ghiaccio delle Alpi: l’ultimo angolo rimasto, almeno in parte, ancora veramente selvaggio dell’intero continente europeo.
Marino Pasqualone