Il pomeriggio di giovedì 7 luglio la comunità bosconerese ha dato l’estremo saluto a Renato Barinotto con la Santa Messa di suffragio celebrata dal parroco don Mario Viano.

Non numerosi i presenti, ma l’atmosfera che si respirava aveva tutti i canoni di una intensa partecipazione.

Il personaggio era d’altro canto molto conosciuto in paese, soprattutto per la sua poliedrica attività di artista, che spaziava dalla pittura alla scrittura e alla ricerca storica.

Nella sua lunga vita – aveva da poco superato i 95 anni di età –, scrisse alcuni libri ambientati nel nostro Canavese, in cui vengono narrate, fra storia e fantasia, vicende locali imperniate soprattutto sulla figura di Re Arduino.

L’ultimo testo, scritto quando già aveva superato i 90 anni, è un atto d’amore per il suo paese: il racconto della vita di personaggi e vicende del piccolo borgo fra la fine dell’800 e i primi del ‘900, ovvero nell’epoca di poco precedente l’infanzia dell’autore.

Nella pittura i suoi quadri riproducono paesaggi agresti e interni di case che richiamano in tutti una profonda nostalgia di un’epoca che ha caratterizzato la nostra gioventù.

Si è anche cimentato in pitture più impegnative (come ha ricordato il parroco durante la messa esequiale), sia nella chiesa parrocchiale che nella cappella della Madonna delle Grazie.

Il dipinto che consegnerà il nostro compaesano alla storia è la grande tela che campeggia sulla parete della sala del Consiglio comunale: su di essa Renato ha voluto rappresentare, con animali sguazzanti in acque limacciose, l’antica “Roveretum”: fuggendo da quel luogo costantemente sottoposto a inondazioni dall’Orco, gli abitanti si spostarono verso oriente nella “Silva Nigra”, facendo sorgere l’attuale Bosconero.

Fra i gruppi presenti in chiesa, c’erano anche i rappresentanti della Pro Loco con il proprio gagliardetto.

A ricordare il motivo di quella presenza è stato Luigi Forneris al termine della funzione religiosa: grazie alle sue ricerche storiche e la sua passione per l’araldica, Renato fu l’inventore della principale maschera del carnevale bosconerese: è una sua creatura la Chinota, Regina dei “Plareuj” (ovvero i tipici funghi che crearono una certa ricchezza per il paese).

Renato ideò la figura della Regina con tutto l’apparato che la circonda, compreso il gran cerimoniere che ogni anno la incorona e l’accompagna nei vari carnevali: questo ruolo Barinotto lo riservò inizialmente a se stesso, prima che proprio Luigi Forneris ne raccogliesse il testimone.

Al funerale, presenti fra i fedeli c’erano anche alcuni abitanti di Frachiamo, borgata di Sparone. Renato ha diviso la sua vita e il suo cuore tra Bosconero e questo paese montano: sua mamma (bosconerese doc) fu maestra in quel luogo, dove conobbe suo padre divenendone la sposa.

A Frachiamo Barinotto ha sempre avuto una casa, molto amata, dove chi scrive fu suo ospite, nel segno di un’amicizia con la A maiuscola fra le nostre famiglie: c’era ancora fra di noi la sua cara moglie Gilda, che troppo presto ci ha lasciati.

Caro Renato, nessun successo artistico né l’affetto di cui sei stato circondato ha lenito il tuo dolore e colmato il vuoto da lei lasciato! Così il tuo fisico, pur forte, ha finito per cedere, liberandoti da un peso che non potevi più reggere.

Ora che hai finalmente raggiunta la tua Gilda, avrai tante altre cose da raccontarle e nuove illustrazioni e storie da immaginare, con la leggerezza e la vena artistica che ti han sempre contraddistinto.

Guglielmo Duretto