Il Vangelo di oggi è diviso in due sezioni: la prima è dominata da Gesù che, alla richiesta dei discepoli, risponde spiegando come pregare, la seconda è una dimostrazione dell’efficacia della preghiera.
Non avrebbe senso dilungarsi eccessivamente sul Padre Nostro, essendo qui solo una parte del brano, mi limito a fare due osservazioni: il riferimento ai cieli è assente rispetto alla versione di Matteo, questo è probabilmente dovuto al fatto che il Vangelo di Luca è stato scritto in area ellenistica, e non ha dunque forte il collegamento Dio-Cielo come invece quello di Matteo; nel testo greco è aggiunto un gàr (infatti) fra il kaì (congiunzione) e l’autoì (noi stessi) nell’espressione “anche noi perdoniamo”. Se il Greco di Matteo legge “come anche noi”, quello di Luca ha “infatti anche noi”. Lascio questo alla riflessione personale di ognuno.
Veniamo alla seconda parte. Questa seconda parte ci invita ad aver fiducia in Dio: se infatti otteniamo dagli uomini grazie alla loro bontà o alla nostra insistenza, a maggior ragione otterremo da Dio che è più buono di tutti noi. Questa parola tuttavia non sempre riesce a convincerci: c’è chi, non a caso, ha definito questa la più grande bugia della storia? A quanti è capitato di chiedere e di non ricevere? Neanche da Dio?
Il primo punto che dobbiamo notare è che questo non è sempre così vero: se ci pensiamo sono molte di più le volte che qualcuno ha risposto positivamente ad una nostra sollecitazione che il contrario. Però è vero che capita, o almeno sembra che capiti, che a volte chiediamo senza ottenere, pure a Dio!
Che dire? Il secondo punto che dobbiamo notare è che Gesù sta parlando in metafora e in parabola: il suo discorso vuole essere efficace, senza che la metafora sia vera per forza sempre nel mondo reale. Gesù, cioè, vuole paragonare l’azione che sempre ci possiamo aspettare da Dio a quella che “generalmente” ci possiamo aspettare degli uomini (almeno nell’esperienza dei Suoi discepoli, il suo pubblico privilegiato). Questo non vuol dire che la metafora non sia vera. Ma, mi si obietterà, e che dire di quanto ci sembra di non ricevere da Dio?
Non dimentichiamo cosa specifica Gesù: “Darà lo Spirito Santo”, e ciò che dice Paolo: “Noi non sappiamo che cosa è conveniente chiedere […] è lo Spirito che intercede per noi”. Cosa voglio dire con questo? Che non sempre le nostre preghiere sono ben mirate, e non sempre vengono esaudire come noi ci aspettiamo; nessuna di queste due cose vuol dire che non vengono esaudite.
un giovane della diocesi
Lc 11,1-13
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”».
Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”;
e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».