Alla presentazione di sabato 23 luglio, del “Cammino di Oropa” ha partecipato anche Giancarlo Tarella dell’associazione ‘L Gavasun di Ozegna, al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Signor Tarella, che accoglienza riserva il nostro territorio all’estensione del “cammino di Oropa”, che lo attraversa abbondantemente?
Per ora l’accoglienza è particolarmente favorevole da parte di tutti, intravedendo opportunità di sinergie, collaborazione e quindi anche di lavoro. La popolazione canavesana dovrà essere molto ben informata e formata perché, problema di un po’ tutte le iniziative, sarà più facile che ne vengano a conoscenza cittadini milanesi amanti dei cammini che chi vive sul posto.
Quale valore culturale, religioso, turistico… attribuire al “cammino” nella parte canavesana?
Potrà assumere un alto valore sicuramente religioso per i suoi Santuari, Belmonte ma anche Ozegna. Per il resto bisognerà giocarsela sulle eccellenze del territorio.
Il santuario di Ozegna mira ad entrare nel “Cammino di Oropa” pur essendo geograficamente lontano dal percorso. Ce la farà?
Attualmente Alberto Conte che si occupa del percorso, ha asserito di studiare la realtà del Santuario di Ozegna per inserirlo in rete nel sito che i pellegrini useranno per aderire e prenotarsi al “cammino” e poi posizionando dei cartelli indicatori per chi volesse raggiungerlo in autonomia.
In futuro si potrebbe pensare di aggiungere una tappa che partendo dal Santuario di Ozegna (con pernottamenti a Rivarolo ed anche ad Ozegna stessa, raggiungibili facilmente coi mezzi pubblici) arrivi a Valperga per proseguire nel “cammino” già tracciato.
C’è il vantaggio che esistono strade sterrate percorribili senza dovere camminare su strade asfaltate.
Biellese e Canavese; due territori limitrofi che mettono poco in comune. Il “cammino di Oropa” può insegnare qualcosa?
Fede e religione sono state finora gli unici aggregatori fra i due territori, e i pellegrinaggi raccontano una storia molto lunga e ne sono la prova. Ora il “marciare lento” del “cammino” dal Canavese ad Oropa potrà stimolare nuovi approcci culturali, turisti, sociali affinché la Serra non divida ma unisca.
c.m.z.