La Comunità delle Suore Maria Regina degli Apostoli di Mbeya (Tanzania) è presente nella nostra diocesi fin dal 2009 quando, su proposta dell’allora Vescovo Mons. Evaristo Chengula, il vescovo di Ivrea di quel periodo, Mons. Arrigo Miglio, aveva accettato di stipulare una convenzione con la loro Congregazione per poterne ospitare una comunità, che attualmente risiede in un’ala della casa canonica di San Giorgio Canavese.

In questi anni si sono registrati anche degli avvicendamenti poichè la Congregazione ha destinato alcune suore in altre comunità in Italia (tra cui prima Cagliari e poi Biella). Attualmente sono presenti in diocesi di Ivrea, Sr. Lucy, che è anche la Superiora della Comunità, Sr. Antonia, Sr. Bernadetha, Sr. Ester e Sr. Scholastica.

Le suore, oltre alle attività della propria vita comunitaria, svolgono un prezioso servizio pastorale presso le Parrocchie di San Giorgio Canavese e di San Giusto Canavese fornendo un importante aiuto alle diverse attività parrocchiali: gli oratori, la Caritas di San Giusto, la Casa di Riposo di San Giusto, le varie iniziative dei centri estivi.  Oltre a questo le suore di Mbeya (come comunemente vengono chiamate) prestano servizio anche ad Ivrea presso il Vescovado, la Curia ed il Centro Diocesano Migranti dove si occupano con particolare dedizione e cura alle varie icombenze quotidiane.

Per tutto quello che le suore di Mbeya svolgono, sono sostenute economicamente dalle Parrocchie e dalla Diocesi. Quest’ultima in particolare stanzia annualmente un contributo specifico dell’8xmille che, oltre a servire al sostentamento materiale della Comunità presente in diocesi, serve anche a finanziare le diverse opere caritative e pastorali che la Congregazione svolge in Tanzania: le suore di Mbeya sono infatti presenti in scuole, orfanotrofi, ospedali, case di riposo per anziani.

Chi ha avuto modo di conoscere questa Comunità non ha potuto non constatarne l’umiltà, la dedizione e la discrezione in tutte le attività svolte, siano esse pastorali che materiali.

Nonostante alcune difficoltà iniziali oggettive, dovute alla diversità di lingua e di cultura, si sono sempre dimostrate aperte e disponibili e nei loro occhi è possibile scorgere una profondità di fede vissuta con semplicità nel quotidiano e con le persone con le quali hanno a che fare.