Una folla imponente e silenziosamente attonita ha preso parte mercoledì 7 settembre al funerale di Paola Gallo Balma, quarantenne fotografa rivarolese tragicamente perita domenica scorsa durante un’escursione in montagna.
Personalità solare e vulcanica, dopo l’Università aveva lavorato per qualche anno svolgendo incarichi consoni alla sua laurea in architettura, prima di una svolta radicale che l’aveva portata a trasformare in un vero e proprio lavoro a tempo pieno la sua grande passione per la fotografia.
Aveva realizzato molte mostre e partecipato a concorsi nazionali, proponendo le sue belle e sensibili immagini di persone e di paesaggi (come quelli incantati delle Cinque Terre, dove aveva vissuto per un periodo, o della Patagonia Argentina, visitata subito prima della pandemia).
Era probabilmente alla ricerca di qualche scorcio di natura da immortalare anche sabato scorso, quendo si è incamminata da sola sul percorso escursionistico valdostano del Corno Bussola (Brusson), dove è scivolata in un vallone.
Il suo corpo è stato avvistato la mattina successiva durante un sorvolo dell’elicottero dal soccorso alpino valdostano.
Paola Gallo Balma lascia i genitori Gianni e Concetta e la sorella Milena, quest’ultima a lungo dipendente della Curia diocesana e grande collaboratrice e amica del Risveglio Popolare, cui vanno le più sentite condoglianze dell’intera redazione.
Quella di Paola Gallo Balma è solo l’ultima di una serie di morti di giovani rivarolesi che stanno profondamente scuotendo la città negli ultimi giorni.
Nell’ultima decade di agosto era morto a soli 46 anni di età, dopo aver coraggiosamente lottato per anni contro una rarissima forma tumorale, Luca Brusa: di professione piastrellista, marito e padre di due figlie, era noto anche per i suoi trascorsi calcistici, avendo militato per oltre un decennio nella Rivarolese Calcio, di cui il padre Elio era storico dirigente.
Aveva invece appena 33 anni Damiano Mazza, morto improvvisamente per un malore venerdì 2 settembre a Tenerife, dove gestiva una attività di ristorazione insieme alla moglie (i due hanno anche una figli di pochi anni).
Nato e cresciuto a Rivarolo, aveva iniziato a lavorare gio[1]vanissimo in varie parti d’Italia come cameriere e poi barman; in città era molto conosciuto per esservi ritornato a lavorare al “MaiA[1]Letto”, locale gestito dal fratello Giorgio e popolarissimo soprattutto tra i giovanissimi della zona; poi, quattro anni fa, la scelta di trasferisi alle Canarie per aprirvi un locale tutto suo.
A inizio settimana è infine giunta la notizia dell’improvvisa morte di un operaio rivarolese di 59 anni, Daniele Giacoma, avvenuta giovedì scorso a Ispica, in Sicilia, dove stava trascorrendo le vacanze: il suo cadavere è stato ritrovato senza vita sulla spiaggia di Santa Maria del Focallo, un posto isolato che non ha permesso soccorsi immediati: l’ipotesi è che sia stato colto da un malore appena entrato in acqua per un bagno e che il suo corpo sia poi stato trasportato dalle onde sulla spiaggia.
Daniele Giacoma lascia la moglie e due figli, uno dei quali neppure ventenne.