A fronte dell’aumento di aree di disagio sociale – causate dalla crisi socioeconomica – e a una situazione crescente di difficoltà, accompagnata da problemi inediti che richiedono soluzioni e interventi diversi da quelli utilizzati in passato, Fondazione di Comunità del Canavese scende in campo per costruire un nuovo welfare di comunità.

Un welfare che integri attori pubblici e privati, con percorsi di coprogettazione e cooperazione, che vede al centro la Fondazione stessa con il compito di mediatore di comunità, facendo leva su risorse del territorio e affidando un ruolo cruciale ai soggetti del terzo settore.

È quel che è emerso nell’incontro di giovedì 16 settembre alle Officine H, alla presenza dei rappresentanti degli stakeholder socio-assistenziali, incontro che partendo da riflessioni sulla situazione presente ha lanciato idee per il futuro, con un occhio di riguardo alle necessità e alle problematiche relative alle scuole e ai giovani.

La Fondazione, ha sottolineato il presidente Augusto Vino, è attenta al tema del disagio giovanile e alla necessità di investire sulle e per le nuove generazioni, e crede fortemente che strumento utile a superare povertà educativa e disuguaglianze siano i Patti Educativi Sociali – accordi stipulati tra le scuole e altri soggetti pubblici e privati, per definire progetti didattici e pedagogici legati a specifiche esigenze, alle risorse e alle opportunità territoriali –, per la cui attuazione ha già stanziato 18 mila euro. L’iter per la sottoscrizione del Patto è iniziato con incontri con Istituti comprensivi interessati, incontri che si concluderanno a fine mese; ad essi seguirà un tavolo con dirigenti, enti e consorzi, per giungere in ultimo, a fine ottobre, alla ricognizione delle risorse sociali, civiche e culturali e alla sottoscrizione vera e propria.

È forte, poi, il proposito di dare vita a una Youth Bank, gruppo di giovani under 25 che avrà a disposizione risorse per finanziare progetti sociali ideati da altri giovani: un modo nuovo per responsabilizzare e coinvolgere una fascia di popolazione poco considerata, migliorando la comunità.

Fiore all’occhiello per il biennio 2022-2023 sarà poi la collaborazione con Confindustria Canavese, grazie alla presidente del suo Gruppo Giovani, Ambra Michela, che individuerà imprese interessate ad attuare la Responsabilità Sociale di Impresa, al fine di contribuire allo sviluppo di servizi sanitari di comunità da finanziare con specifica raccolta di fondi.

Altri 18 mila euro saranno assegnati con il bando “Diamo una mano al Canavese“, volto a migliorare le condizioni di vita delle fasce deboli sostenendo la realizzazione di attività e servizi svolti da enti e associazioni.

Per questa sua sesta edizione il bando si rivolge a progetti inerenti attività a sostegno dell’inclusione di soggetti con disabilità, attività rivolte all’inclusione di soggetti fragili e attività per la gestione dei beni comuni. Attività, tutte, che dovranno svolgersi sul territorio canavesano ed essere sottoscritte e realizzate da almeno due soggetti, per un importo massimo di contributo di 6 mila euro. La scadenza per la presentazione della domanda è fissata al 31 ottobre: informazioni sul sito www.fondazionecomunitacanavese.it.

Paola Ghigo