Su invito e per iniziativa del Vescovo, che lo aveva annunciato nella lettera pastorale per questo anno, gli Uffici Pastorali della nostra diocesi hanno avviato il loro “cantiere” di lavoro nell’ambito del “Cammino Sinodale” intrapreso dalla Chiesa italiana su impulso di Papa Francesco.
I responsabili degli Uffici Pastorali diocesani si sono ritrovati venerdì scorso, con la presenza del Vescovo Edoardo e con don Valerio D’Amico (direttore dell’Ufficio Catechistico) e di don Riccardo Bigi (direttore dell’Ufficio Liturgico), i quali, in fattiva collaborazione, li accompagneranno in questo cammino.
“Tutti gli Uffici Pastorali, ognuno nel suo specifico ambito, non possono infatti fare a meno di camminare insieme non solo in una generica unità di intenti, ma nella reciproca collaborazione sull’intento primo e fondamentale che è il motivo per cui la Chiesa esiste; ed ognuno, nel proprio ambito, non può svolgere il suo servizio indipendentemente dagli altri, essendo unica per tutti la missione fondamentale della Chiesa” ha detto monsignor Cerrato, che ha sottolineato come quanto sia fondamentale riscoprire il nesso che unisce le quattro Costituzioni del Vaticano II: Sacrosanctum Concilium, Lumen gentium, Dei verbum, Gaudium et spes.
Si tratta, certamente, di “ripensare la missione, facendo in modo che questa non si fermi solo a degli slogan preconfezionati”, ha continuato il Vescovo Edoardo che ha proposto, al riguardo, come spunti di riflessione, anche alcune considerazioni – recentemente pubblicate – del giornalista Marco Politi e di Gianfranco Brunelli (direttore della rivista Il Regno), i quali sottolineano la necessità di “dare una svolta alla vita della Chiesa attraverso una spinta reale di rigenerazione religiosa dal basso” e di “ripartire da una prima evangelizzazione o alfabetizzazione della fede”.
La necessità di “camminare insieme”, in considerazione della “trasversalità” degli Uffici Pastorali nell’attuazione del loro mandato, è stata poi sottolineata da don D’Amico e da don Bigi prima di lasciare la parola al dibattito.
Tra le tante narrazioni della vita quotidiana e dell’impegno dei diversi Uffici Pastorali, gli intervenuti si sono soffermati particolarmente sull’attenzione e la preoccupazione da dedicare al “linguaggio” (inteso nel senso più ampio: parole, ma anche gesti, azioni, attitudini…) utilizzato per parlare di Gesù Cristo, per presentarlo, e arrivare a trasmettere il Suo messaggio.
Un messaggio – a giudizio di alcuni dei presenti – che pare soffrire anche sul fronte della “competitività” in una cultura che pare averlo escluso, pur essendo sempre e quanto mai presente la necessità di una “parola che accompagna, che motiva, che accoglie”, come ha sottolineato don Luca Meinardi, Vicario Episcopale per la Pastorale.
Il linguaggio, quindi, è stato scelto come tema del “cantiere sinodale” degli Uffici; su di esso, per almeno due mesi, i responsabili degli Uffici apriranno un confronto con i loro collaboratori inserendosi così attivamente nel cammino che la Chiesa – anche la nostra diocesi – sta compiendo, per ritrovare nuove energie e nuove spinte di evangelizzazione.
“Ognuno per sé e Dio per tutti – ha detto il Vescovo in conclusione dell’incontro – è una formulazione ormai inaccettabile, posto che fosse evangelica in altri tempi”.
Carlo Maria Zorzi
(Ufficio Diocesano comunicazioni sociali)