La risposta a qualunque dubbio ci possa sorgere davanti alle parole del Signore sta nell’ultima frase del passo di oggi: c’è Fede sulla terra?

Un Ebreo sa che Dio stesso è giustizia: Tzaddiq. Dove c’è Dio non può esserci ingiustizia, che potremmo definire non tanto nel senso di equità ma nel senso di armonia di tutte le cose con la volontà di Dio, creatore di tutte le cose. Proprio come un mestolo funziona bene quando versa la minestra, perché è per questo che è stato costruito, così il mondo troverà la pace quando seguirà la volontà di Dio, da cui è stato creato. È la volontà di Dio qual è? La carità! Quella parola che costrinse i cristiani latini ad “inventare” un termine che prima non avevano, perché non c’era una parola in latino adatta a intendere quel tipo d’amore, e forse non c’è neanche in Italiano.

Quell’amore che descrive San Paolo, che è tutto dono, servizio, misericordia, perdono, sincero interesse per l’altro. La giustizia di Dio non si manifesta nel castigo del colpevole ma nella sua redenzione. Perché dunque ci sembra tante volte che Dio non ci faccia giustizia? Perché non c’è Fede in noi! Non c’è cioè quel totale affidamento alla volontà di un Dio che ci chiede di imitarlo sulla croce, di scegliere cioè di amare e non di invocare

castighi. La retribuzione ai nostri sforzi l’avremo in Cielo, e già adesso per quanto possiamo assaporare del Paradiso già presente nelle nostre anime. Adesso è il tempo della prova, l’ora di prova sulla terra per un’eternità di gioia, come direbbe Pascal. La giustizia di Dio non dobbiamo chiederla in trionfali punizioni per quelli che ci hanno offeso, né in lauti banchetti premio per la nostra “giustizia”, ma dobbiamo chiederla nel nostro cuore, chiedere di avere in noi la Giustizia che vorremmo nel mondo, solo allora la vedremo anche nel mondo, la vedremo trionfare anche nelle cose concrete, quando avremo Fede.

Il Signore ci chiede molto, ma nulla di più di ciò che per primo ci ha dato, non abbiamo un Dio distante che ci giudica ma di un Dio presente che ci aiuta abbiamo il supporto, di un Dio che combatte con noi, che ci aiuta.

Anche Kant sapeva che non arriveremo alla giustizia nelle nostre vite, non ce la faremo mai, siamo troppo imperfetti… ma è per questo che c’è un Paradiso! Non dobbiamo scoraggiarci, non dobbiamo stupirci, dobbiamo solo continuare a provare. È questo il punto, il significato di prova, il significato di questo tempo presente. Il Paradiso, e per un’ora di prova sulla terra.

un giovane della diocesi

 

 

(Lc 18,1-8)

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”. Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».