Il Parlamento ha istituito il 31 ottobre come Giornata Nazionale “Giovani e Memoria” riconoscendo l’importanza di valorizzare la memoria quale patrimonio culturale collettivo e senza tempo, capace di attraversare le diverse generazioni. Obiettivo della giornata è “promuovere i valori e il significato profondo dei personaggi, degli eventi e della memoria, rafforzando, anche mediante il ricorso alle nuove tecnologie, ai linguaggi contemporanei, alle piattaforme digitali e ai social media, il grado di consapevolezza, coinvolgimento e partecipazione delle giovani generazioni”.
In questa occasione si sono svolte numerose iniziative rivolte al pubblico under 35 per favorire l’accesso alla cultura capace di generare conoscenza, consapevolezza e soprattutto come elemento indispensabile per consentire lo sviluppo di un pensiero critico, capace di connettere elementi solo apparentemente diversi e lontani.

Il senso della promozione di una giornata di questo tipo si trova nel desiderio di mettere a disposizione di un pubblico che è sempre in movimento, che ha bisogno di nuovi stimoli e linguaggi, un accesso alla conoscenza che appare come qualcosa di vecchio e di lontano dai bisogni dei giovani.

La conoscenza è un concetto imprescindibile dalla memoria: senza memoria non si può avere una conoscenza profonda, stabile ma capace anche di essere manipolata, usata per effettuare confronti, per comprendere come il passato, il presente ed il futuro siano legati da una serie di eventi e di circostanze che possono sempre ripetersi.

Quella del 31 ottobre è una giornata che mette al centro la memoria di una nazione, la nostra, fatta di tante identità differenti, fatta di tante storie e di tanti passati, che forse ancora va in cerca di un’identità mai maturata fino in fondo. In questo l’assonanza con il giovane è facile, anche i ragazzi si cercano, cercano di costruirsi una propria identità prendendo le distanze dal nucleo originario per strutturare un proprio “sé”.

Ma la nostra nazione, così come ogni giovane, deve fare i conti con la propria storia, con il proprio passato, con gli eventi che nelle diverse epoche si sono susseguiti e hanno dato vita a tanti pensieri, a tanti movimenti, a tante evoluzioni e rivoluzioni che oggi ci fanno essere la nazione che siamo. Ogni ragazzo non può non essere e rimanere in contatto con la propria storia o con la storia dei suoi avi, degli eventi propri della storia familiare e con questi deve trovare un equilibrio per poter analizzare gli elementi che sente che gli appartengono, che può rivendicare o tralasciare. Se non si è capaci di ricordare si perde se stessi e per questo la memoria va sempre allenata, va sempre stimolata a ricordare elementi del passato ma in continua evoluzione con gli elementi attuali e previsionali del futuro.

Quando si è consapevoli della propria identità si è consapevoli anche delle proprie fragilità e di come queste possono diventare una facile fonte di discriminazione, sociale, economica, culturale, razziale e così via.

La conoscenza e la memoria servono a questo: a scongiurare il ripetersi di eventi che possono essere tragici per la vita di una nazione. Occorre tenere a mente che ognuno di noi, nella propria storia fatta di incontri, di scelte, di progetti e anche di insuccessi ha conosciuto vantaggi, privilegi o esclusioni, solo perché non conformi a quelli di un altro o di un gruppo. I giovani di oggi sono gli uomini e le donne a cui mettiamo in mano le scelte che ci riguarderanno domani e speriamo che le scelte che opereranno siano sempre in favore di una pace e di una stabilità a favore di tutti.