Importante – e universalmente apprezzato – il riconoscimento giunto alla Città di Ivrea: il “Certification of membership” da parte di Mayors for Peace, accompagnato da una lettera del sindaco di Hiroshima, e presidente dell’organizzazione, Kazumi Matsui. Nello spirito già espresso dal Consiglio comunale con l’approvazione dell’ordine del giorno “Appello per la ratifica del Trattato di disarmo nucleare” il 10 febbraio 2021, la Giunta comunale il 6 luglio dello stesso anno aveva, infatti, deliberato di aderire alla rete internazionale dei sindaci per la pace Mayors for Peace.
Il sindaco di Ivrea ha risposto al presidente Matsui convenendo sulla necessità di politiche della pace in un momento di grande difficoltà per il mondo e sulla necessità di mettere in atto tutte le azioni possibili per fare in modo che cessino le guerre.
Lo scopo di Mayors for Peace è quello di contribuire al raggiungimento di una pace mondiale duratura, sensibilizzando i cittadini sulla necessità dell’abolizione totale delle armi nucleari, tramite una stretta solidarietà tra le città associate, e cercando di risolvere problemi cruciali per il genere umano, come fame e povertà, dramma dei rifugiati, violazioni dei diritti umani e degrado ambientale.
Anche quest’anno, come sempre, il 6 agosto, anniversario dello scoppio delle atomiche di Hiroshima e Nagasaki, il sindaco di Hiroshima ha inviato la sua dichiarazione di pace a tutte le 8 mila 161 (al 1º maggio 2022) città che aderiscono alla rete, con la richiesta di diffondere il più possibile il messaggio per un mondo libero dalle armi nucleari degli “Hibakusha”, coloro che sono sopravvissuti alla bomba atomica, perché nessun altro “dovrebbe soffrire come abbiamo fatto noi” e perché si raggiunga il consenso della comunità e la società civile si unisca e collabori nella predisposizione di condizioni migliori per i leader mondiali per l’abolizione delle armi nucleari.
“È sempre più insopportabile – ha dichiarato Sertoli – l’idea stessa di una guerra, di vittime o danni collaterali. E tuttavia, continuiamo ad assistere a conflitti e scontri armati in molte parti del mondo. È più che mai necessario mettere in atto tutte le azioni possibili per portare l’umanità e tutte le Nazioni a ripudiare nei fatti e definitivamente la guerra. Parlare di pace significa viverla ogni giorno, tradurla in pensieri, in gesti semplici che possono cambiare il nostro modo di guardare gli altri e il mondo in cui viviamo. La pace non è delegabile, riguarda ciascuno di noi, al di là delle origini etniche, delle scelte religiose e di vita di ciascuno. Per questo, a 77 anni dal lancio della bomba atomica su Hiroshima e Nagasaki, ha sempre più senso parlare di pace, perché il ricordo non si affievolisca col passare del tempo, ma si trasformi in quel terreno su cui coltivare valori di uguaglianza, tolleranza, solidarietà e, per l’appunto, pace”.
Redazione Web