Il regista inglese Anthony Fabian ha dedicato le sue opere all’analisi della vita sociale e delle contraddizioni del nostro tempo: si è spesso cimentato in documentari e cortometraggi; in una recente intervista sulla pellicola odierna (“Mrs Harris goes to Paris” in originale) ha dichiarato che ciascuno deve seguire i propri sogni anche se le condizioni di partenza appaiono proibitive.
Londra, 1957.
Ada Harris è una dolce signora di mezz’età, il marito è disperso in guerra ma ciò non le ha tolto la speranza di rivederlo tornare un giorno. La vita è scandita dalle mansioni quotidiane: Ada lavora come governante in diverse famiglie, fa le pulizie di casa e spesso le capita di arrivare a stento a fine mese, poiché i suoi datori di lavoro, smemorati, a volte si dimenticano di pagarle lo stipendio.
Ada è una persona “invisibile”, conduce un’esistenza ritirata, ma ad osservare i suoi occhi azzurri possiamo scoprire il suo carattere buono e gentile, la sua più grande ricchezza. Un giorno riceve una sorta di folgorazione: nel guardaroba di uno dei suoi clienti vede un abito firmato Christian Dior, elegante e sfavillante di luce. Si tratta di amore a prima vista. Ada comincia a raggranellare i soldi per poter partire alla volta di Parigi e recarsi presso la casa di alta moda dello stilista: riuscirà a realizzare il suo sogno, acquistare un abito di luce, e a tornare a Londra?
Il film non è certo un invito ai desideri futili, o al consumismo: nella determinazione e nel buon cuore della protagonista possiamo ritrovare anche pezzetti dei desideri di tutti noi.
L’interpretazione di Lesley Manville è perfetta, così come risulta ben confezionata la casa di haute couture in Francia: la storia è stata tratta dal romanzo di Paul Gallico “La signora Harris” e possiamo trovare molte notizie sulla biografia di Dior e su un’altra eroina anche in “Merci, monsieur Dior” di Gabriel Agnès.
La signora Harris va a Parigi
di Anthony Fabian
paese: Gran Bretagna 2022
genere: drammatico
interpreti: Lesley Manville, Isabelle Huppert, Alba Baptista, Lambert Wilson, Jason Isaacs
durata: 1 ora e 55 minuti
giudizio Cei: brillante, consigliabile, adatto a dibattiti