Per “Cultura industriale” si intende il percorso che dallo studio dell’economia di un’impresa porta a quello dell’impatto che tale impresa ha avuto su un territorio, su un paesaggio e sulla sua identità culturale. Merito dell’Unesco è stato inserire i monumenti industriali tra i siti Patrimonio dell’umanità, mentre attorno a tali siti è sorto un insieme di musei, archivi storici, parchi che hanno iniziato a muovere un flusso turistico dai numeri interessanti.

Sotto l’egida di Museimpresa in Italia si raccolgono più di 200 siti industriali di questo genere: e proprio dal sito industriale Olivetti di Ivrea è partita venerdì, presso le Officine H, la prima Conferenza Internazionale sul Turismo Industriale, organizzata da Federturismo e da Confindustria Canavese col suo Gruppo Turismo, Cultura e Sport.

Puntare sul “turismo industriale” significa elaborare opportunità per far scoprire le imprese, i prodotti e, attraverso questi, i territori dove le aziende si sono sviluppate.

In quest’ottica, non poteva esserci location migliore per il Convegno eporediese delle Officine H, luogo iconico di impresa e cultura.

Presente un parterre di imprenditori, politici e tanti giovani, dell’indirizzo turistico dell’Istituto “Cena” di Ivrea, a riprova che, come evidenziato dalla Presidente di Federturismo Confindustria Marina Lalli, “…è importante che le aziende raccontino le loro origini e la loro storia per trasmettere anche alle nuove generazioni la cultura d’Impresa e i suoi valori”.

È stata una mattinata ricca di spunti interessanti di riflessione, anche se è risultato forse un po’ eccessivo il numero dei relatori che hanno animato i tre panel in cui l’evento era suddiviso.

Nel primo (“Innovazione al servizio del turismo”) è emersa la necessità da parte delle istituzioni – in sinergia con amministrazioni locali, enti pubblici e privati e centri di ricerca – di creare regole, semplificare burocrazia e indirizzare incentivi per far sì che il patrimonio industriale si possa sbloccare; fondamentale il ricorso alla tecnologia e all’innovazione (ICT, Smart City ecc) perché è impensabile rifarsi a modelli turistici “del passato”, particolarmente nella situazione attuale di crisi energetica, post pandemia, guerra… Il secondo panel, dedicato a “I patrimoni industriali e culturali”, ha visto il racconto di virtuosi esempi italiani e “locali”, che hanno illustrato la propria esperienza e il proprio iter per la valorizzazione e il recupero di siti industriali.

Il terzo panel, che ha allargato lo sguardo a “Gli esempi dal mondo”, ha messo in risalto come il rispetto per la cultura ed il patrimonio industriale sia legato anche al livello culturale della comunità che ad essa afferisce.

Il Ministro del Turismo Daniela Santanchè, il cui intervento ha concluso la conferenza, ha auspicato un turismo industriale in gradi di “…mantenere vivo il legame tra giovani e territorio, attraverso le realtà industriali che lo hanno costituito e hanno permesso di creare e rendere grande nel mondo il marchio del made in Italy”.

Il successo della Conferenza apre le porte a una sua seconda edizione: l’appuntamento è al prossimo anno (c’è già la data: 1 dicembre 2023), sempre alle Officine H, “tempio del legame tra impresa e territorio”.

Lo ha promesso il Presidente di Confindustria Canavese Paolo Conta.

Paola Ghigo

Redazione Web