(elisa moro) – Diventare “testimoni che camminano nella storia, mettendosi in costante discussione nella quotidianità”.
Con questi termini la relatrice, Elisabetta Acide, docente di Religione e responsabile del cammino sinodale in Diocesi, si è espressa intervenendo all’incontro, che si è tenuto nel pomeriggio di domenica 10 dicembre a Ivrea, presso l’Oratorio San Giuseppe, aperto a tutti i catechisti dell’anno 2022, caratterizzandolo secondo le direttive tracciate dal Sinodo.
(Cliccando qui integrali tutte le 237 slides proiettate nel corso della relazione della Prof. Acide)
Una densa sintesi sul lavoro che la Chiesa italiana sta svolgendo in questo periodo -“I cantieri di Betania” – ma anche un forte impulso a rivalutare e considerare quanto svolto nel corso del difficile periodo della pandemia in termini di catechesi: dove, nonostante tutto, la fantasia, la creatività nell’agire e il desiderio di prossimità non sono certamente mancati.
Nel corso del pomeriggio, al termine della relazione, è avvenuto un intenso confronto tra vari gruppi di catechisti, provenienti da diverse realtà diocesane, con cui è stato possibile condividere ‘luci e ombre’, difficoltà e desiderio di trasmettere il Vangelo ai più piccoli e alle famiglie, fino a formulare delle parole chiave, dei “mattoni”, con i quali realizzare l’edificio dell’intera azione catechetica.
Come declinare la sinodalità all’interno del catechismo, dove l’esperienza della condivisione e dell’accompagnamento è quanto mai presente?
Nello zaino del catechista, quali priorità, “non devono mai mancare la Parola di Dio, l’accoglienza, la disponibilità, la collaborazione fiduciosa, un buon bagaglio di esperienze ma soprattutto il sorriso”, vivendo un autentico dialetto sinodale che porta ad essere, citando Don Tonino Bello, “contempl-attivi”, con “una postura, uno sguardo rivolto al futuro, lasciando spazi di libertà e camminando in compagnia” verso una comune meta.
Ecco, poi, il secondo punto, esplicitato anche dall’omelia di Mons. Edoardo Cerrato nel corso della Santa Messa delle 18: essere annunciatori, “sull’esempio del Battista”, a partire “dall’incontro personale che ciascuno fa con Gesù Cristo, nella Santa Eucarestia, nel vivere la Santa Messa e i Sacramenti”.
Testimoni, dunque, non solo attraverso concetti e parole, ma con l’esperienza concreta, toccando con mano: solo così si diventa capaci di guidare, “stando con”, camminando insieme e “lasciando”, come ricordava la Prof. Acide nella sua relazione, “germogliare il desiderio di Dio in ciascuno”.
Nella terza Domenica di Avvento, comunemente chiamata della “gioia”, vista la prossimità delle feste natalizie, al gioioso annuncio della venuta del Salvatore fa eco quanto Papa Francesco in più occasioni ha detto ai catechisti: “non dimenticate mai che lo scopo della catechesi è quello di giungere a incontrare Gesù Cristo e permettere che Lui cresca in noi”