Si svolgeranno nel pomeriggio di oggi, giovedì 22 dicembre – alle 15, nella Cattedrale di Torino, prima della tumulazione che, per sua volontà, avverrà nella Basilica della Consolata – i funerali del cardinal Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, spirato sabato scorso nella casa di Testona di Moncalieri, dove si era ritirato dal 2010 dopo aver rinunciato alla guida della diocesi subalpina.
Nato a Salgareda (Treviso) il 18 marzo 1933, nel 1952 seguì la famiglia emigrata nel Casalese.
A Casale Monferrato entrò in Seminario Maggiore nel 1953 e venne ordinato prete il 29 giugno 1957; viceparroco e poi parroco fu sempre molto attento ai problemi socia[1]li e del mondo del lavoro (per qualche tempo si impiegò anche a part time in una fabbrica casalese).
Dopo essere stato vescovo di Fossano (1980-1989) e di Asti (1989-1999), San Giovanni Paolo II lo scelse come arcivescovo di Torino dal 5 settembre 1999.
Il suo episcopato è stato segnato, fin dall’inizio, dalla grave crisi che colpì la Fiat e, di conseguenza, l’intero indotto automobilistico.
Nel 2000 promosse un importante convegno in cui la Chiesa torinese apriva un “tavolo di confronto” con tutte le istituzioni, le parti sociali, le agenzie educative, il sistema del credito con un obiettivo chiaro: valorizzare il dialogo reciproco per superare una crisi che, fin dall’inizio, non riguardava solo l’azienda ma l’intero territorio.
Della sua attività pastorale si ricorda soprattutto il grande piano di “missioni” che coinvolse tutta la diocesi in un percorso pluriennale, concluso dalla “redditio fidei” a Roma, di fronte a papa Benedetto XVI.
La Lettera pastorale “Costruire insieme” (2001) è la sintesi e il programma del suo lavoro.
Fu anche appassionato Custode della Sindone, guidando due ostensioni del 2000 e del 2010 e la realizzazione dello straordinario lavoro di restauro che ha permesso di “ripulire” il Telo da materiali accumulatisi nei secoli e offre oggi un’immagine più chiara dell’icona. Venne creato cardinale da Giovanni Paolo II il 24 febbraio 2001 (contemporaneamente all’arcivescovo di Buenos Aires Jorge Bergoglio, oggi papa Francesco).
Redazione Web