Mercoledì 14 dicembre, nella sala conferenze Spazi O, Giuseppe Silmo è stato ascoltato da un pubblico interessato e partecipe, per buona parte “ex olivettiani”, nella presentazione del suo ultimo libro “Adriano Olivetti e il territorio. Dai Centri Comunitari all’IRur”, recente perla dopo una serie di testi dedicati all’azienda eporediese.
Presenti il sindaco Stefano Sertoli e Renato Lavarini, coordinatore della candidatura Unesco.
Il testo si sofferma sul balzo ideologico e creativo che, partendo dal concetto di Adriano di Centri comunitari, si sviluppa nella realizzazione di attività economiche sul territorio, fino alla costituzione dell’I-Rur (Istituto per la Ricostruzione Urbana e Rurale).
Silmo ha esposto il significato dei Centri comunitari e culturali, veri spazi di espressione libera e di democrazia, di formazione; dei Centri si arrivò a contarne 89 in Canavese, oltre a quelli fondati anche fuori dal Canavese, ad esempio il Centro culturale di Matera o il Centro comunitario di Terracina.
Queste nuove realtà avevano una articolazione che comprendeva biblioteche, vi circolavano riviste tecniche, si tenevano conferenze, corsi, si disponeva di abbonamenti a periodici, vi erano insegnanti e conferenzieri, si proiettavano film e documentari, in quegli anni ’50 e ’60 in cui nessuna “periferia italiana” poteva godere di simili benefici. Ma il progetto economico-sociale di Olivetti si ampliò: visto il contesto socio-culturale canavesano, Adriano progettò di promuovere nei paesi del territorio nuove attività industriali e agricole, con l’idea di “portare il lavoro dove ci sono le persone”, mantenendo il tessuto sociale.
Ne discese la fondazione dell’I-Rur canavesano, che promosse la nascita di cooperative, consorzi, associazioni, portando credito, consulenza tecnica…
Si assistette, dunque, alla nascita della Cooperativa agricola di Montalenghe, al Consorzio per la difesa del vino tipico di Carema, al Consorzio irriguo di Cossano e la Cooperativa Cossano Frutta, alla Cantina Sociale della Serra di Piverone, ai Vivai Canavesani finalizzati a progettazione, realizzazione e manutenzione di giardini e impianti sportivi, mentre in ambito edile prese forma la Cooperativa muratori canavesani.
In ambito industriale nacquero Motori Baltea a Borgofranco, Olyvia Revel a Parella, che confezionava abbigliamento per giovinette, il laboratorio di Vidracco che produceva valigette per le macchine da ufficio, la manifattura Valle Orco di Sparone per la produzione di parti di gomma, il liquorificio Bairo, Icas di Ivrea, fabbrica di gabbiette in filo di ferro per tappi di bottiglie di spumante.
Durante la presentazione del testo, una carrellata di foto d’epoca e la lettura da parte di Maria Teresa Vernaleone di passi tratti dal libro hanno reso ancora più tangibile il geniale disegno sul territorio e l’umanità e grandezza sociale di Olivetti.
L’autore ha chiosato: “Adriano o lo si vede nella sua totalità oppure non lo si comprende del tutto”.
Elogi per l’opera sono stati espressi dal sindaco Sertoli e Lavarini. Sertoli ha sottolineato come il testo ci fornisca la conoscenza di quanto ha compartecipato alla promozione del riconoscimento Unesco, e ha ricordato l’impegno dell’autore riguardo il gemellaggio Ivrea-Elea Velia (oggi Ascea).
Lavarini ha specificato come in ambito Unesco si guardi a tutto il territorio, e il libro si dimostra indispensabile per evidenziare il “saper fare canavesano”.
Marinella Boita
Redazione Web