A subire i danni maggiori della caduta di giganteschi massi dalla parete rocciosa su cui sorge la Torre Tellaria (Castlàs), avvenuta un paio di settimane fa, nell’immediato è stata certamente la chiesetta delle Roggie, il cui tetto è stato in più punti letteralmente sfondato dalle pietre.
Ma la conseguente, e sul momento inevitabile, chiusura per ragioni di sicurezza della adiacente strada, nel primo tratto comunale e poi provinciale, che mette in collegamento il centro di Pont con la valle dell’Orco, rischia di creare contraccolpi altrettanto pesanti per il già di suo boccheggiante commercio pontese, rendendo sicuramente più “scomodo” l’accesso al centro del paese per chi arriva (o prosegue) verso Sparone e gli altri paesi della valle dell’Orco.
A evidenziare questa problematica con una lettera sono stati, la scorsa settimana, gli stessi commercianti pontesi, che lamentano l’assenza di comunicazioni ufficiali: “Non è nostra cura sapere di chi sia la competenza di quel tratto e chi sia responsabile della sua riapertura anche parziale, ma lo è farvi sapere che la quasi totalità dei clienti della vallata non sta più passando dai nostri negozi e sarebbe un ulteriore danno se questa situazione si protraesse per tutto il periodo natalizio”, ha scritto al Comune Andrea Gimorri, titolare del supermercato Crai di piazza Craveri, a nome anche degli altri esercenti.
I quali chiedevano inoltre che del tema si trattasse nel Consiglio comunale di venerdì 16 dicembre, cosa che è poi avvenuta, se pur davanti a un pubblico striminzito e non senza polemiche.
Il sindaco Bruno Riva ha spiegato che dai sopralluoghi dei tecnici e dei geologi della Regione, effettuati anche utilizzando i droni, sarebbe emerso che altri massi, e alcuni muretti in pietra sul promontorio roccioso dove sorge l’antica Torre Tellaria, risultano tuttora instabili e a rischio di precipitare a valle, tra l’altro proprio in direzione della chiesetta delle Roggie, già pesantemente danneggiata dalla prima frana (in parte caduta anche sul piazzale adiacente dove, fortunatamente, in quel momento non transitava nessuno).
“I lavori della ditta incaricata per un primo intervento di messa in sicurezza del versante roccioso partiranno lunedì (lo scorso 19 dicembre, ndr) e dovrebbero concludersi in cinque giorni salvo imprevisti – ha detto Riva – . Poi occorrerà un nuovo sopralluogo dei geologi, dalla cui relazione si capirà se sarà possibile riaprire almeno la strada verso la valle Orco in sicurezza. Per la chiesa, invece, i tempi saranno sicuramente più lunghi”.
A tal proposito il consigliere di opposizione Paolo Coppo ha espresso dubbi sull’opportunità che a disporre la chiusura della strada sia stato il sindaco, e non la Città metropolitana proprietaria della medesima; Riva ha ribattuto che si trattava del chilometro “zero” della provinciale e che comunque, vista la situazione di pericolo, era suo compito imprescindibile tutelare la sicurezza dei cittadini.
Polemiche (anche aspre) a parte, la realtà è che ormai siamo a ridosso del periodo natalizio, e i tempi burocratici dei vari organi ed enti coinvolti rendono estremamente improbabile la riapertura della strada prima del nuovo anno, sempre che tutto fili per il verso giusto e che i lavori non subiscano intoppi o imprevisti.
Con buona pace, quindi, dei commercianti e dei valligiani che intendono raggiungere il centro di Pont, ai quali al momento non resta che scendere fino alla rotonda stradale di Voira e poi risalire l’intera via Roma, allungando il tragitto “normale” di almeno un paio di chilometri: idem per il rientro verso la valle Orco.
E qui riaffiora forse il rimpianto per la mancata realizzazione, a suo tempo, di uno svincolo stradale efficiente (anche solo per le auto e il traffico leggero) dalla circonvallazione di Pont in località Oltreorco: oggi, come già in altre occasioni nel passato, si sarebbe rivelato estremamente utile.
Marino Pasqualone
Redazione Web