Un’Epifania d’altri tempi – in vero, gli “altri tempi” sono appena tre anni fa… –, con gli eporediesi (ne sono stati stimati ben 5 mila) a riversarsi nelle strade all’udire le note di Pifferi e Tamburi. Incrociando le dita e facendo tutti gli scongiuri del caso, sarà questo il Carnevale della ripresa, dopo gli anni difficili segnati dalla pandemia.
Protagonista della prima giornata è stato certamente lui, il Cittadino Generale Marcello Feraudo: osteopata di professione, prossimo ai 40 anni, residente a Chiaverano, a mezzogiorno ha ricevuto le insegne del suo ruolo, la sciabola e la feluca, dal predecessore Vincenzo Ceratti.
A introdurre la cerimonia, il Sostituto Gran Cancelliere Erino Mignone, con una domanda – forse un po’ scontata, citazione di Enzo Tortora, ma che ci sta –: “Dove eravamo rimasti?”.
Feraudo può vantare un “cursus honorum” carnevalesco di tutto rispetto: a due anni saliva già sul carretto del Toniotto con il papà Roberto, giacché la Mugnaia 1986 altri non era che la sua mamma, Anna Rosa Esposti; nel 2018, invece, sarà lui il Toniotto, a seguito della moglie Francesca Olivero, la Violetta di quell’anno.
In mezzo una lunga militanza tra gli aranceri degli Scacchi, una vittoria nel 2012 sulla pariglia de I Giustizieri e, dal 2007, l’impegno nel gruppo goliardico Cuj dal Vin.
L’Epifania ha visto anche l’esordio del nuovo Podestà, Piero Groia, accolto nel pomeriggio dai Credendari che gli hanno fatto dono del pane e del sale, prima della cerimonia del giuramento.
Quindi il gruppo ha mosso alla volta del Monte Stella, per raggiungere la cappella dei Tre Re: lì ad accoglierlo è stato il parroco di San Lorenzo, don Piero Agrano, che ha letto una preghiera da lui stesso composta, all’atto della benedizione dei ceri, offerti nella solennità dell’Epifania.
“Fa’ che quest’offerta votiva – ha detto – manifesti il desiderio di quella luce che hai fatto brillare nel mondo con l’invio del tuo Figlio Gesù. Fa’ che il rito che compiamo ci restituisca il senso autentico di antiche tradizioni che ci sono state consegnate e oggi riviviamo, dei valori che esse contengono e ci ripropongono. E tu, Madre di Dio che hai presentato il tuo Figlio, Gesù, ai Magi, rendici capaci di accoglierlo anche oggi, nella fede…”.
Una volta ridisceso in piazza Ottinetti, il corteo si è ingrossato per la presenza di Pifferi, portabandiera delle Parrocchie e squadre degli aranceri per salire al Duomo, dove si è vissuto l’incontro con il vescovo, cui è stato offerto il cero votivo dal Magnifico Podestà. Monsignor Cerrato lo ha posato sull’altare dedicato alla Assunta.
È seguita una liturgia della Parola nel corso della quale il presule ha anco[1]ra voluto ricordare, con commozione, Papa Benedetto XVI (dalle cui esequie era da poco rientrato).
E ha citato i Re Magi che, pur essendo personalità di alto lignaggio, non si sentivano appagati dagli agi offerti dalla loro elevata condizione, ma erano in continua ricerca della verità: e, per trovarla, avevano scelto di affrontare un lungo e disagevole cammino.
Redazione Web