La solennità della Pentecoste chiude il periodo pasquale e apre un tempo nuovo. Il racconto di Luca degli Atti degli Apostoli pone al 50° giorno dopo la Pasqua (un arco cronologico che per gli antichi era “pienezza dei tempi”) la presenza straordinaria dello Spirito Santo sugli apostoli radunati nel cenacolo. Essi si sentirono ripieni dello Spirito di Gesù e decisero di annunciarlo a tutte le genti.
Giovanni invece nel vangelo promette la venuta dello Spirito come Paraclito, (l’avvocato, il difensore e anche il consolatore, oppure colui che esorta). ”Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me”.
Leggendo questo brano quello che appare più evidente è che il Padre, il Figlio e lo Spirito sono una cosa sola: pur nella distinzione dei compiti c’è un’unità profonda, per cui l’uno rimanda all’altro. E’ la rivelazione, attraverso Gesù, di un Dio-comunione.
Ma per noi che siamo nella storia, come i discepoli, molte cose devono essere ancora capite. “Molte cose ho ancora da dirvi -dice Gesù- , ma per il momento non siete capaci di portarne il peso”. E sarà lo Spirito della verità che aprirà la comprensione più profonda della Parola di Gesù e della realtà del Padre. Non farà rivelazioni nuove, ma ricorderà tutto ciò che Gesù ha detto e fatto, farà capire man mano le cose non ancora capite, se lo vogliamo. E’ una verità progressiva, ma che richiede ascolto e attenzione ai segni dello Spirito, che ci porta su sentieri nuovi, insperati. Allora il cristiano, anche nelle tempeste della storia, sente di avere dentro di sé questo “alito” di Dio, questa forza vitale che lo sostiene e lo apre alle novità.
E non è solo un cammino individuale, ma comunitario. Lo Spirito crea e sostiene le diversità di ognuno, e al tempo stesso l’unità. Prima si posa su ciascuno dei discepoli e poi mette tutti in comunicazione: ecco il dono delle lingue! A ognuno dà un dono e tutti raduna in unità. Questo è il sogno di Dio.
“Mandi il tuo Spirito e rinnovi la terra” dice il salmo. Ma la terra è in mano nostra! La Pentecoste quindi ci ricorda che in ogni creatura e in ogni essere vivente possiamo riconoscere un riflesso dello Spirito del Creatore, con cui entrare in relazione. Così come ci ricorda che la terra è la casa comune, che va difesa e conservata, come ci dice Papa Francesco nell’enciclica Laudato si’ e che le risorse sono di tutti e quindi vanno equamente distribuite.
Rosanna Tos