Visi distesi e sorridenti, atmosfera di gioia nel cortile dell’Auditorium “Mozart” gremito di persone che chiacchieravano, commentavano e sembravano non voler più andare a casa… tutti entusiasti dopo il concerto di domenica 22 gennaio, il quarto della stagione 2022-23 dell’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte, che ha segnato il grande ritorno del Coro Mozart di Ivrea, affiancato dal Coro “Francesco Veniero” di Torino.
Un organico imponente, arricchito dalla partecipazione di due cantanti: il soprano Evgenia Braynova e il mezzosoprano Martina Cizniarova.
Infine, l’Orchestra Giovanile condotta dal suo maestro fondatore e direttore stabile Gianni Monte, che ha tenuto saldamente in pugno tutte queste realtà diverse amalgamandole con naturalezza e fondendole in perfetta armonia.
Ne è risultato un concerto vario e ricco, ma agile e perfettamente calibrato in ogni suo aspetto, scorrevole, senza la minima sbavatura. Anche il programma era stato pensato attentamente per gratificare ogni tipo di pubblico, passando un messaggio di bellezza e di cultura con mano leggera e accattivante.
“Oltre Verdi” era il titolo della serata: brani di compositori di tutta Europa dal ‘700 al primo ‘900, con breve presentazione di Andrea Romanelli.
Operisti con formazione e stili differenti, dall’opera settecentesca all’opéra-comique, all’opera boema e al Verismo italiano (Mozart, Bizet, Gounod, Saint-Saens, Delibes, Puccini, Mascagni, Dvorak, Offenbach, Brahms).
Opere celebri, brani noti, ognuno con una sua suggestione particolare: arie, duetti, canzoni, cori, persino un pezzo sacro, lo splendido Ave Verum Corpus di Mozart, breve e intenso, cantato dal coro con commossa partecipazione e interiorizzazione.
Molti anche i brani strumentali, come il Rondò alla Turca di Mozart (dalla Sonata per pianoforte K331), il Preludio da Carmen, l’Intermezzo da Cavalleria Rusticana e la Danza Ungherese n. 5 di Brahms (l’unico dei compositori in programma che non scrisse mai opere).
È sempre un grande piacere ascoltare l’orchestra guidata dal “suo” direttore: sciolta e sicura, dà veramente il meglio di sé; fin dai primi gesti, sobri ma decisi ed incalzanti, del direttore pare scaturire una energia che percorre tutto il pezzo da capo a fondo e non tollera indugi o ripensamenti: energia ritmica, dinamica, energia vitale direi, che sbalza il carattere del brano a tutto tondo, e racchiude mille sfaccettature espressive,dalle forti passioni, a una squisita delicatezza all’umorismo più schietto.
Stupenda l’esecuzione della Danza di Brahms… forse non a caso eseguita come ultimo pezzo.
La stessa prassi interpretativa, naturalmente, ha coinvolto anche il coro, che ha sorpreso con esecuzioni di altissimo livello, quasi impensabili dopo la fermata forzata dovuta alla pandemia, e considerando il fatto che si cantava con mascherine.
Da sempre la cifra caratteristica di questa formazione mi è parsa essere la raffinatezza: una raffinatezza da cui scaturisce un’espressività particolare, una capacità di cogliere all’interno di ogni brano la verità più intima e profonda, espressa musicalmente con scelte dinamiche, agogiche, timbriche e di fraseggio sempre appropriate e suadenti.
Anche le soliste hanno entusiasmato con le loro belle voci perfettamente intonate, ferme e sicure: hanno cantato da sole e in duetto con potenza e dolcezza, profonda espressività e ammiccante simpatia, dimostrando anche, per quanto possibile in un concerto, un ottimo senso scenico.
Con una marcia di Elgar, cantata anche dagli spettatori, si è chiusa la serata fra applausi scroscianti, lasciando un senso di serenità… che di questi tempi è molto preziosa!
Carla Zanetti Occleppo
Redazione Web