Molto brillante la commedia di Livio Gentile “Magna Catlin-a a peul spetè”, presentata sabato al salone parrocchiale, quarto appuntamento della stagione “Andiamo a teatro”.
La pièce racconta di Pinin Balocco, ipocondriaco, che per un malinteso, avendo ascoltato una telefonata del suo medico, Ausilio Brusacoeur, crede di essere alla fine della sua vita.
Vuole, perciò, sistemare tutto per non lasciare la moglie Olga in difficoltà.
Pensa subito di mettere la consorte a conoscenza dei beni mobili in banca, di cercare un eventuale marito per lei e acquista, da un’intraprendente signora, emissaria di un’impresa di pompe funebri, il posto al cimitero per sé, la moglie e l’eventuale compagno futuro. Inoltre organizza una festa di rione, quasi un addio ad amici e parenti.
Durante la festa la moglie lo scopre abbracciato a un’avvenente signora da poco divorziata.
Scoppia lo scandalo, Olga vuole lasciarlo e lui si preoccupa, aiutato dal suo migliore amico e dal medico, di farsi perdonare.
Fra gag esilaranti finalmente tutto si appiana: il medico convince Pinin che non è agli ultimi giorni di vita e i due coniugi fanno la pace.
Il ritmo della recitazione è incalzante, gli attori si muovono con disinvoltura sul palcoscenico, la mimica è molto efficace: la commedia scorre veloce, suscitando risate a non finire.
Molto convincente Livio Gentile che, oltre ad aver scritto il testo e curato la regia, interpreta il ruolo di Pinin.
La compagnia del Gruppo Alpini di Borgata Parella è realtà consolidata da decenni.
Nel 1967 un alpino, Pino Daniele, aveva dato vita al gruppo teatrale e a lui si era unito Ernesto Ollino, anima del sodalizio fino al 2002, anno della sua morte.
Gli attori sono tutti dilettanti, si pongono il fine di divertire il pubblico e di divertirsi.
Come tutti i gruppi degli Alpini, anche la filodrammatica in scena vuole portare quei valori che sono tipici di questo Corpo: amicizia, allegria, concreta solidarietà verso chi ha bisogno, anche solo di un sorriso.
Prossimo appuntamento sabato 11 febbraio: “La fortuna con l’Effe maiuscola” di Eduardo de Filippo della Nuova Filodrammatica Carruccese di Carrù: ovviamente in vernacolo nostrano.
Franca Sarasso
Redazione Web