Un nuovo episodio, conclusosi tragicamente, ha offerto l’occasione per puntare una volta di più i riflettori sui problemi che affliggono l’ospedale di Chivasso, in particolare il suo Pronto soccorso – e gli altri presidi ospedalieri dell’Asl To4 non versano in condizioni molto migliori –.

Lunedì mattina(30 gennaio) una donna di 77 anni di San Benigno è stata trovata morta nella propria abitazione, distesa sul pavimento della camera da letto, dalla propria figlia che era andata a trovarla.

Nei prossimi giorni l’autopsia chiarirà meglio le circostanze in cui è avvenuto il decesso: ciò che è certo è che la donna sabato sera si era recata al Pronto soccorso di Chivasso, perché angustiata da dolori addominali e lombari; dopo essere stata visitata e assistita, domenica è stata rimandata a casa.

Sulla vicenda la Procura di Ivrea, come avviene in casi analoghi, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo a carico di ignoti, presupposto necessario per poter avviare un’indagine approfondita sulla vicenda e capire se esista qualche tipo di responsabilità, nel decesso, da parte degli operatori del Pronto soccorso.

La vicenda, come detto, ha riportato al centro dell’attenzione il nosocomio chivassese, che negli ultimi tempi ha visto il Pronto soccorso intasato, dopo che l’ospedale di Settimo, prossimo a diventare privato, ha iniziato a funzionare a regime ridotto.

Martedì 31 gennaio davanti all’ospedale si è svolto un volantinaggio di Cgil, Cisl e Uil sul tema “La sanità è un diritto”, cui hanno preso parte anche il sindaco Claudio Castello, consiglieri di maggioranza e la consigliera di minoranza Claudia Buo.

Il primo cittadino ha anche annunciato l’invio di una lettera al presidente della Regione Alberto Cirio e all’assessore alla Sanità Luigi Ginesio Icardi, in cui si denuncia la vertiginosa crescita dei pazienti presi in carico, e i disagi sempre più pesanti che ciò crea tanto a loro quanto al personale della struttura.

È urgente alleggerire la pressione sull’ospedale: altrimenti, è la minaccia nemmeno troppo velata di Castello, ci si risolverà a rivolgersi alla Prefettura o agli ispettori del Ministero della Salute.

Frattanto giovedì scorso si è ritrovato il Comitato dei sindaci del Distretto, che ha presentato le proprie lamentele al direttore generale dell’Asl To 4, Stefano Scarpetta (nella foto).

E martedì si è riunito il tavolo “ospedale-territorio”, coordinato dallo stesso Scarpetta, presenti i dottori Barillà e Bodoni, in rappresentanza dei medici di medicina generale del Distretto, e i direttori del distretto Trioni, del pronto soccorso Franzese, della medicina interna Pagnozzi, della cardiologia Moretti, del presidio ospedaliero chivassese Ippolito e della dirigente Dipsa, Clara Occhiena.

È stato condiviso un percorso più proficuo di integrazione tra ospedale e territorio – ha fatto sapere il direttore generale –, per garantire la migliore presa in carico dei pazienti in dimissione. Tale percorso permetterà, in maniera graduale e anche grazie al potenziamento della struttura organizzativa e tecnologica, la possibilità di intercettare i bisogni dei pazienti più fragili. Nelle prossime settimane sarà data attuazione e comunicazione di quanto previsto, con l’obiettivo di migliorare l’integrazione con il territorio e di alleggerire la pressione sull’ospedale. Analogo approccio verrà applicato agli altri presidi dell’Asl”.

Redazione Web