(g.f.) – Tra i santi più amati e venerati un posto in prima fila lo merita senz’altro San Giovanni Bosco, “Padre e maestro della gioventù” come lo definì San Giovanni Paolo II.

Dal cortile di Valdocco dove Don Bosco fondò il suo primo Oratorio, ai successivi “altri cortili” dei cinque continenti, i missionari e le missionarie salesiane portano avanti la pedagogia del Santo che si basa su 2 fondamenti: relazione e ragione.

E del “cortile” della loro adolescenza si ricordano anche gli ex allievi di Feletto che domenica 5 febbraio hanno ricordato il Santo nella Messa domenicale officiata da Don Piemario Majnetti.

Durante l’omelia il prete salesiano, prendendo spunto dal Vangelo, ha rilevato come l’opera di Don Bosco, partito dalla frazione dei Becchi, per scendere verso Torino dove giovani, bambini e orfani vagavano per le strade, sia stata veramente “luce del mondo”.

Come ha ricordato il presidente Lamberto Vezzetti, quest’anno l’Associazione ex allievi salesiani di Feletto compie ben 71 anni.   Al termine della funzione, sul sagrato della chiesa, sono state offerte, dall’Associazione di Volontariato Centro Aiuto alla Vita le primule della vita, iniziativa per sostenere le mamme che, pur essendo in gravi condizioni economiche, hanno deciso di non abortire e vedere crescere in sé la vita, senza timore per il futuro sapendo di poter contare sull’aiuto di qualcuno che le sostiene.

Grande affinità dunque tra l’associazione Aiuto alla Vita e l’opera salesiana, che promuovono entrambe il rispetto della vita: quella nascente l’una e quella in via di formazione e sviluppo l’altra.