Mentre scriviamo le vittime del sisma in Turchia e Siria sono oltre 11 mila, più di 37 mila i feriti, 300 mila gli sfollati. Quando leggerete queste righe il bilancio sarà tristemente aumentato, forse di molto. Le previsioni sono drammatiche. Grande è la nostra tristezza per tante vite spezzate e altrettanto grandi sono compassione, solidarietà e preghiera. Non solo quelle espresse da personalità di ogni dove; commosso, vicino, solidale e in preghiera si è detto Papa Francesco. C’è bisogno di tutto, dicono i soccorritori, e tutto è reso più difficile da neve, pioggia e temperature sotto zero.
La Terra che abitiamo ha dato ancora una volta forti segnali di vitalità che hanno procurato distruzione e vittime. Gli esperti dicono che in alcune aree è frequente che le placche si muovano e a volte si scontrino, senza sapere quando: e, nel caso di Turchia e Siria, i sofisticati strumenti non hanno potuto fare molto davanti a un dramma non annunciato, ma comunque messo in conto.
Quasi sempre dopo una tragedia si cercano i rimedi perché non abbia a ripetersi. Talvolta si riesce ad anticiparli, soprattutto laddove la coscienza e la conoscenza della prevenzione sono più mature. Costruire secondo nuovi criteri antisismici per salvare persone e cose servirebbe anche da noi, e imparare a convivere anche con i terremoti. Perché il ritornello è lo stesso: siamo tutti sulla stessa barca. Sì, siamo tutti sulla stessa Terra. Quanto la amiamo? Quanto la proteggiamo perché lei a sua volta ci protegga?
Che rapporto abbiamo instaurato con essa: di forza, di collaborazione, di rispetto? Senza nulla tralasciare, gli occhi di molti commentatori si volgono verso Aleppo, la città più antica che forse rischiamo di perdere, città martire ed epicentro di una lunga guerra, dove da tempo i cristiani sono a rischio di estinzione e dove, prima del conflitto, c’erano 43 mila aziende e oggi più nulla.
A 80 chilometri di distanza, sulla stessa faglia, c’è Antiochia, crocevia di culture, passaggio obbligato per camminare sulle orme di San Paolo. È la città in cui, secondo il capitolo 11 degli Atti degli Apostoli, per la prima volta si è usata l’espressione “cristiani”, cioè seguaci di Cristo.
I miracoli sempre si compiono! Salvataggi e storie incredibili di ritrovamenti, di accoglienza, di condivisione, di assistenza e cura; tutto ciò che dobbiamo imparare a dare, tutto ciò che vorremmo ricevere… sulla stessa barca.