Anche quest’anno, sabato 11 febbraio 2023, preghiamo la Madonna di Lourdes per tutti gli ammalati, i loro famigliari e per tutte le persone che si prendono cura di loro.

Sappiamo che non siamo soli.

Il tempo del Covid, che non è ancora finito, ci ha fatto capire che l’isolamento nel quale siamo stati relegati, la paura che ha accompagnato questo tempo non prevalgono sulle nostre vite.

La scienza e la tecnologia ci possono aiutare ma non bastano.

Non bastano perché se da una parte propongono una cura, offrono un percorso, dall’altra inaridiscono il cuore dell’uomo che, senza relazione si inaridisce, non trova più una speranza.

Tante volte, in vari periodi della storia, definiti bui, abbiamo visto che quello che ha salvato l’umanità è la voglia, la capacità di fare rete, di saper cogliere e guidare i percorsi e i progetti di singoli e di comunità verso il bene.

Un bene alto che comprende il singolo in un tutto.

Un tutto che non isola ma accoglie, un tutto che si china su ognuno e si prende cura.

Un tutto che non lascia solo nessuno.

Papa Francesco ci fa questa richiesta con il suo messaggio: “Nel pieno di un percorso sinodale, vi invito a riflettere sul fatto che proprio attraverso l’esperienza della fragilità e della malattia possiamo imparare a camminare insieme secondo lo stile di Dio, che è vicinanza, compassione e tenerezza”.

Tante sono le cose che abbiamo da fare e che possiamo fare.

Abbiamo bisogno, più bisogno di prima di stare insieme, di pregare insieme, di metterci all’ascolto della Parola che ci guida e ci dà la forza di guardare il presente, i nostri fratelli, con occhi nuovi, con un cuore nuovo.

Gli ammalati, le persone sole, gli anziani, gli emarginati hanno bisogno di essere incontrati.

Servono persone che vogliano mettesi in relazione con loro, che sappiano ascoltare, che sappiano por[1]tare una parola buona, la Buona Notizia.

Serve un buon percorso di formazione, di discernimento.

Abbiamo bisogno impellentemente dei tanti giovani che si impegnano per costruire per se stessi e per l’umanità la speranza per il domani, nell’oggi che vivono sicuramente nella gioia.

Soprattutto i giovani possono portarci quel cambiamento di velocità del cuore.

Il giovane che si va a posizionare accanto alla sofferenza può effettivamente rispondere alle esigenze che il suo cuore gli domanda.

Anche loro sono invitati a partecipare a questa giornata e a tutto quello che la Pastorale della Salute propone.

L’invito per sabato 11 febbraio è quello a partecipa[1]re nelle rispettive parrocchie alle celebrazioni e alle iniziative che i singoli parroci faranno. A livello diocesano dalle 9 alle 10 si è svolto un momento di riflessione con testimonianze e preghiera nella cappella dell’ospedale.

Marco Florio, Responsabile Ufficio Dioc.

Redazione Web