Si inaugura mercoledì 22 febbraio, alle 17.30 alla Galleria Berman di via dell’Arcivescovado 9, la mostra, curata da Luca Beatrice, “Station to station” che presenta una trentina di opere dell’artista pavese Giovanna Fra (che interverrà all’inaugurazione.

La rassegna resterà visitabile fino al 5 aprile, dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19, giovedì e venerdì anche dalle 10,30 alle 12,30. Per info 011/85.94.17, info@galleriaberman.it, www.galleriaberman.it e le pagine Facebook e Instagram.

La mostra prende il titolo dall’omonimo album di David Bowie del 1976, che segna un importante momento di transizione per il “Duca Bianco”.

Bowie – come scrive il critico Luca Beatriceè il nume tutelare dell’arte di Giovanna Fra. Transiti, ritardi, passaggi da una stazione a un’altra, da un luogo a un non luogo, rischiando di perdere il filo logico delle cose e perdersi. Memorie di immagini metropolitane o catturate sullo schermo del computer, reminiscenze pittoriche che si affidano a un vago ricordo, onirico e trasognato… In particolare Giovanna Fra riflette sulla potenza immaginativa ed evocativa dell’hashtag, #, un nuovo segno cui dà la massima diffusione nella sua texture pittoricodigitale: segno che costituisce punto di partenza per la rielaborazione del linguaggio pittorico come è accaduto nel tempo, per esempio, con la forchetta di Capogrossi o con le tags di Keith Haring, la cui presenza ci rimanda senza dubbio allo stile di quel preciso artista. Fra è di certo pittrice e la sua non è una conversione tecnologica. Sia le texture sia le immagini fotografate nascono da particolari ingigantiti dei suoi dipinti su tela, alcune foto sono semplicemente segni e colori virtuali che possono addirittura essere eseguiti sullo schermo dello smartphone o del tablet”.

Giovanna Fra si diploma in pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera e nel contempo studia restauro conservativo tra Milano e Venezia, iniziando a esporre nel 1991 (e negli anni ha esposto al Cairo, Bruxelles, Francoforte e Buenos Aires oltre che nelle principali città italiane).

Con “Ipergrafie” (2014) e “Texture” (2016) ha origine una nuova sperimentazione tecnica: fotografia digitale e pittura si evolvono in un nuovo percorso.

Ha partecipato a più edizioni della Biennale di Venezia, collaborato a progetti digitali, suoi lavori sono stati utilizzati per scenografie di film e sceneggiati.

Diverse le collaborazioni con gallerie d’arte di tutta la penisola.

Redazione Web