“Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris” ovvero “Ricordati uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai”. Queste parole tratte dalla Genesi 3,19 allorché Dio, dopo il peccato originale cacciò Adamo ed Eva dall’Eden condannandoli alla fatica del lavoro e alla morte, venivano recitate il giorno delle Ceneri quando il Sacerdote imponeva ai fedeli le ceneri ottenute bruciando i rami dell’ulivo benedetti la domenica delle Palme dell’anno precedente. Dopo la riforma liturgica a seguito del Concilio Vaticano II, la frase è stata mutata in “Convertitevi e credete al Vangelo” che esprime, oltre all’aspetto penitenziale, anche quello positivo della Quaresima come tempo di conversione, preghiera assidua e ritorno a Dio.
Esorta a tal proposito il Parroco di Feletto Don Stefano Teisa a “seguire le parole di Cristo che ci indicano chiaramente le tre dimensioni fondamentali a cui dobbiamo ritornare partendo proprio dal tempo liturgico della Quaresima: preghiera, digiuno, elemosina.
Preghiera che è espressione del nostro profondo ascolto, del nostro silenzio ricco di Dio. E’ il momento della sacralità, della coscienza, della ricerca autentica della sincerità e del bene.
Digiuno è controllo su noi stessi, sacrificio, rinuncia verso quello che ci porta alla superficialità, all’orgoglio, alla presunzione.
Elemosina nella nostra vita c’è anche l’altro e la carità è segno di partecipazione agli altri delle nostre, tra virgolette, ricchezze, cioè delle nostre capacità, possibilità, opportunità, conoscenze, tempo ed energie…”.
Il giorno delle Ceneri, quindi, ci ricordi la nostra debole e fragile condizione umana, ma sia anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire negativo, e sia l’inizio di un rinnovato cammino incontro al Signore.