Da qualche anno mancavo da Milano. Preso il coraggio, ho consultato gli orari del treno. Da Ivrea è lunga perché devi arrivare a Chivasso e poi prendere un convoglio per Milano. Poi ho pensato che il ritorno, da Chivasso a Ivrea in treno, mi sembrava davvero troppo. Decido allora di “intrenarmi” a Santhià. Ma per darmi una motivazione al viaggio, mi sono messo in testa di fotografare l’appena restaurata “Tenda rossa” della sfortunata missione di Umberto Nobile sul pack nel 1928 con il dirigibile “Italia” e farne un articolo per i miei appassionati lettori del Risveglio Popolare.
Avevo già scritto qualche giorno prima all’ufficio stampa del Museo della Scienza e della Tecnologia. Nessuna risposta. Al telefono bisogna schiacciare dei numeri a seconda della richiesta: la mia non era contemplata. O non ho capito come formularla.
Oramai preso dalla sindrome delle “decisioni irrevocabili”, vado lo stesso a Milano. Arrivato alla Stazione Centrale prendo la metro e arrivo in via San Vittore. Entro al Museo, sempre bellissimo, e scopro solo allora alla cassa che la sala della Tenda rossa apre soltanto al pubblico prenotato e una volta al mese. Gli racconto che avevo scritto all’ufficio stampa senza risposta.
La gentile signora da dietro il banco mi ripete più volte: “Insista!”. Intanto entro a rivedere il resto, ma in testa ho la Tenda rossa. Niente, non trovo nulla che colmi la mia delusione. Esco e vado al vicino mercato in quella tarda mattinata soleggiata, piena di gente. Tra i banchi della frutta e verdura guardo i prezzi: incredibile! Ci sono verdure a meno di un euro al chilo! Guardo l’orologio che ha il calendario per essere consapevole di non essere caduto in un varco spazio-temporale che mi ha riportato indietro nel tempo, prima dell’inflazione. Mi viene in mente quando sentivo il commento a proposito della città: “Eh… Milano è cara”. Tempi che cambiano.
Vado a mangiare in un ristorante etnico dello Sri Lanka. Sono l’unico viso pallido presente, ma il cibo è buonissimo ed esco contento e sazio spendendo meno di 20 euro. Voglio continuare nello scopo e vado a farmi un bagno di folla in piazza Duomo. Sulla metro si usa il bancomat senza far code per il biglietto! La si avvicina al tornello e questo magicamente si apre mentre già t’arriva il “dlin” dell’addebito sul telefonino. Sempre più avanti!
Dal Duomo, in cui non riesco a visitare nulla perché non ho prenotato, vado alla deriva in via Montenapoleone. Non ci ero mai stato. Ci sono i soliti negozi alla moda con i prezzi soliti del maglioncino a 800 euro e un paio di scarpe a 1.400 con tutto il popolo dei fans della moda bizzarramente vestiti, svestiti e colorati.
L’unica cosa che mi impressiona sono le auto parcheggiate: Ferrari, Daimler-Benz, Lamborghini, Mercedes con motori a 8 cilindri! Le Porsche sono tantissime, come fossero delle Panda. In quel momento mi stuzzica immaginare un sogno: quello di passare nella via con una’Ape dal cassone pieno di patate.
Mentre penso a quella scena, con grandissima meraviglia la mia visione quasi si materializza: una vecchia Fiat 500 sferragliante e fumante passa proprio in mezzo alla via rombando come non mai. Soddisfazioni a Milano!