Quasi 67 anni di vita insieme: Carla lo ha chiamato e Nello l’ha raggiunta.
Non si può spiegare diversamente la morte, avvenuta a poche ore di distanza, dei coniugi Carla Vacca e Nello Siri.
Nelle prime ore di venerdì 3 marzo il cuore della signora Carla, ricoverata a Casalborgone nella struttura “Rippa Peracca”, per la riabilitazione dopo una frattura al femore, avvenuta due mesi prima e prossima alla dimissione, ha cessato di battere.
Verso le sei del mattino il marito Nello, che era ricoverato nel nosocomio chivassese per una caduta che, comunque, non gli aveva causato gravi danni, se n’è andato anche lui.
Una notizia sconvolgente per il figlio Giorgio, la nuora Silvia e per i nipoti Mario, Annamaria e Daniela.
“Una coppia affiatata – ha detto don Aldo Borgia, durante l’omelia delle esequie –, sempre presente alla celebrazione festiva, sul lato sinistro della chiesa”.
Nello Siri era entrato nel Genio Ferrovieri nel 1951: originario di Monastero Bormida, in provincia di Asti, aveva conosciuto Carla sul treno che lei prendeva per andare a Torino a lavorare, e si erano sposati nel 1956.
Lui, dopo la ferma militare, aveva iniziato a lavorare come assistente di stazione e quindi capostazione, prima a Montanaro per poi concludere la carriera a Chivasso.
Era una persona allegra e spiritosa, molto ironico, specialmente nei propri confronti.
A Montanaro si era affezionato, nonostante pensasse che era il paese delle mosche, degli “arian e ‘d le ruse” (ruscelli e rogge), molto diverso dal suo nelle Langhe.
Era stato presidente dell’Asilo “Petitti”, medaglia d’oro dei donatori di sangue, giudice conciliatore e impegnato per il cantone San Grato, dove risiedeva.
Carla, in gioventù, aveva vissuto a Firenze, a Roma e a Napoli perché seguiva, con la famiglia, il papà nei suoi spostamenti di lavoro.
Dopo il matrimonio si era dedicata completamente alla famiglia.
La vicina di casa aveva preparato un biglietto con la scritta “ben tornata”, per festeggiare Carla che sarebbe ritornata nella propria abitazione; qualcuno da lassù ha voluto farli tornare, insieme, a quella casa a cui tutti aspiriamo, e dalla quale guardiamo chi abbiamo amato.
Franca Sarasso
Redazione Web