“Avviso pubblico per l’individuazione di soggetti del terzo settore per la co-progettazione di servizi di prossimità in relazione ai bisogni di anziani autosufficienti e adulti in condizione di fragilità sociale, loro familiari e caregiver”.
Titolo assai dettagliato per un bando che consentirà al consorzio InReTe di allargare la rete di servizi di prossimità, tramite co-programmazione e co-progettazione con enti del terzo settore.
Una rete non solo di nome, ma di fatto, in grado di intercettare i bisogni di persone fragili e anziani coerentemente con il motto “a casa propria si sta bene”, elaborando strategie basate su interventi mirati a necessità nuove, con caratteristiche diverse rispetto al passato.
Nell’ottica di un “territorio che si prende cura”, è necessario rivedere il collaudato, ma superato, “Servizio di assistenza domiciliare”, portando in aree difficili – come alcune zone montane, dove i servizi di base non ci sono o sono minimi – una vera e propria rete di interventi di affiancamento e sostegno, che passano soprattutto attraverso il volontariato o l’associazionismo.
Un primo passo in questa direzione è stato l’istituzione della casa di comunità spoke di Vistrorio, che riunisce un’offerta di servizi sanitari integrati da servizi sociali e amministrativi per contribuire al benessere della comunità.
Ora il consorzio InReTe mira ad ampliare il ventaglio degli interlocutori, perché rilancino sul nascere i primi segnali di necessità, preservando quanto più a lungo possibile le autonomie di soggetti fragili; perché costruiscano attorno a questi soggetti, spesso isolati, una rete relazionale di sostegno; e, infine, per offrire gesti concreti in grado di garantire l’accesso ai servizi primari, spesso distanti.
Una comunità che cura si occupa non solo dei soggetti fragili e anziani, ma anche di familiari e caregiver, spesso lasciati soli con il peso di situazioni difficili che non sempre si riescono a gestire al meglio.
Prevenzione, affiancamento, cura: anche in situazioni complesse, con una buona rete di prossimità si può assistere una persona a casa propria facendola “stare bene”.
“Il nostro consorzio è presente sul territorio in 41 Comuni, consapevoli che per rispondere alle esigenze degli abitanti non basta un’istituzione da sola, ma è necessario costruire una rete, con tutti i soggetti che possono prima rilevare bisogni e poi costruire strategie. È fondamentale che questi soggetti siano tanti, per mettere in campo il maggior numero di interventi possibile per aiutare le persone fragili”, riassume Ellade Peller, presidente di InReTe.
Il bando per gli enti di terzo settore che intendono candidarsi per partecipare alla co-progettazione, si trova su www.inrete.to.it e scadrà il 31 marzo.
Paola Ghigo
Redazione Web