di Woody Allen
paese: Usa, 1977
genere: commedia sentimentale
interpreti: Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts,
Karol Cane, Shelley Duvall
durata: 1 ora e 34 minuti
giudizio: bello
Ha quarant’anni ma non li dimostra, soprattutto dopo un’operazione di make up ad opera della Cineteca di Bologna… “Annie Hall”, il titolo originale, è quasi un classico poiché ci permette di rivedere un Woody Allen agli esordi delle proprie nevrosi e del titubante sguardo in macchina, inimitabile.
La New York degli anni ’70 rappresenta tutto ciò che abbiamo sognato della Grande Mela: l’isola di Manhattan e i grattacieli sullo sfondo, la strada che si sposta verso Broadway per arrivare a Central Park o per fermarci al Rizzoli Bookstore. Qui vive Alvy Singer, che di professione è comico, ma le ossessioni che lo perseguitano fin dall’infanzia non lo inducono a divertirsi nella quotidianità (teme l’antisemitismo poiché è di origine ebrea e immagina che prima o poi l’universo salterà in aria). La sua storia d’amore con Annie è appena terminata ed egli prova a descriverne le motivazioni, a ricordare alcuni episodi importanti del loro rapporto. Annie ora ha imboccato un nuovo percorso di vita intraprendendo la carriera discografica: è una giovane colta, affascinante, trascorre i suoi giorni con leggerezza e sempre un po’ sopra le righe (il ritratto si addice perfettamente a Diane Keaton, allora compagna di Allen anche nella realtà). Alvy vorrebbe tornare con lei e si chiede dove ha sbagliato.
Malinconico e romantico il film è diventato un esempio di originalità anche nei contenuti; la maestria di Woody Allen qui ha avuto modo di effettuare esperimenti dal punto di vista tecnico, sull’uso della macchina da presa e sull’illuminazione: è spesso presente il “coinvolgimento dello spettatore” a cui il regista si rivolge direttamente e l’utilizzo di più voci fuori campo, o l’impiego dei sottotitoli a fumetto per indicare il vero pensiero dei personaggi… e le spassose interviste ai passanti durante le riprese.
Senza dimenticare le tante, celebri, battute: “Be’, che volete, era la prima commedia… Sapete come si cerchi di arrivare alla perfezione almeno nell’arte, perché, è talmente difficile nella vita”.
Graziella Cortese