Lavora di buona lena, il contastorie: vuole riaprire al più presto il Cortile Contino e tornare a proporre le sue fiabe nella stalla, insieme all’asina Geraldina.
Con l’inizio dell’anno Viaggi con l’Asino si è trasformata in associazione di promozione sociale, per adeguarsi alle nuove norme che regolano il cosiddetto terzo settore.
“E per noi – dice il contastorie – questo vuol dire: darsi da fare”. A cosa lavora, Claudio Zanotto Contino?
Sta mandando a memoria il testo di Antonio Catalano “Artaban, la leggenda del quarto Re Mago”, perché l’Epifania nella rilettura dell’attore, drammaturgo, scrittore potentino trapiantato in Monferrato sarà l’evento di riapertura del Cortile.
“Sto facendo una fatica – confessa Zanotto, anzi Zan8, come si firma lui –… Comunque la leggenda narra di un quarto Re Mago che parte alla volta di Betlemme, carico di doni: ma lungo il viaggio viene più volte deviato dal suo tragitto e, uno a uno, distribuisce i doni a diverse persone incontrate sul cammino, facendo loro del bene. Peregrinerà a lungo, giungendo a Gerusalemme, infine, 33 anni dopo la sua partenza, proprio quando Gesù sta per essere crocifisso”. L’interesse di Zanotto per la religiosità popolare ha trovato sfogo, negli ultimi anni, nel progetto “Appunti per Il Sacro Monte che non c’è”: un work in progress che si sviluppa attraverso una videoinstallazione alla quale ha lavorato e continua a lavorare con l’amico Claudio Landone, “un cantiere aperto e senza fine che, strada facendo, si completa e accoglie le suggestioni di chi ne ha già usufruito”, spiega.
Un passo indietro: è il 2000 quando vede la luce lo spettacolo “Il Vangelo secondo l’Asina – Natività e Passione”, il racconto della vita di Gesù riportato dall’asinella che lo aveva accompagnato durante tutta la sua esistenza terrena (dalla grotta di Betlemme all’ingresso in Gerusalemme la Domenica delle Palme).
Dieci anni dopo l’incontro con l’associazione Teatro Popolare di Sordevolo conduce ad arricchire lo spettacolo con alcuni quadri tratti dalla Passione di Sordevolo, nel momento in cui l’asina racconta le ultime ore di vita di Gesù: e dunque anche gli attori sordevolesi vengono “ingaggiati” per alcune repliche dello spettacolo.
Ma il vero colpo di fulmine scocca nel 2015, quando il contastorie assiste (di giorno, di notte, nella versione che ha per protagonisti i bambini; e non solo: partecipa, in un’occasione, coinvolto come comparsa) alla Passione, e ne viene definitivamente conquistato.
Nel mentre Zanotto viene conquistato pure dal progetto di don Nicolao Velotti, parroco di Graglia a inizio ‘600, che avrebbe voluto dar vita a un Sacro Monte, sulla falsariga di quello di Varallo, realizzando ben 100 cappelle votive.
Velotti morì, e il progetto si ridimensionò nella realizzazione del pur imponentissimo Santuario di Graglia.
Zanotto decide di riprenderlo in mano lui, quel progetto, ovviamente a modo suo: dando vita a un’ideale Sacro Monte fatto di suoni e immagini; e lo fa con le riprese di luoghi, volti, momenti della Passione di Sordevolo.
Nella scorsa estate le tecnologiche cappelle del “Sacro Monte che non c’è”, sono state ospitate alla Trappa di Sordevolo: in ciascuna di esse i visitatori potevano immergersi nei vari momenti del dramma, visionando le immagini e lasciandosi circondare dai suoni, grazie ad appositi auricolari.
“Devi vederlo assolutamente – mi ha detto qualche tempo fa il contastorie –, perchè l’incontro tra La Passione di Sordevolo e Il Vangelo secondo l’Asina è uno dei punti più alti della mia esperienza di contastorie con asinella; e l’installazione ‘Il Sacro Monte che non c’è’ è la mia particolare riflessione su questo incontro straordinario”.
E, grazie alla grande disponibilità dei referenti organizzativi della Passione di Sordevolo – in particolare Elisabetta Chiappo e Laura Fontana –, in una domenica di fine inverno ci sono state aperte le porte della chiesa di Santa Marta – dove le “cappelle” sono state trasferite, dopo l’estate – la cui sacrestia è sede del Museo della Passione.
“La struttura minimale delle cappelle – spiegava nell’occasione Zanotto – si fonde con l’ambiente circostante senza sparire, si crea davvero un ‘dialogo’ come avevo sperato. L’esempio più eclatante è la cappella della ‘Pietà’ dell’installazione, inserita nella cappella dedicata alla ‘Pietà’ della chiesa”.
Di più: quella domenica ci è stato offerto un racconto esaustivo di cosa la Passione significhi per la comunità sordevolese, e di come essa sia davvero esperienza unica nel suo genere.
Mauro Saroglia
Redazione Web