Un anno importante per don Gino Casardi (che giovedì 30 marzo, ha spento 84 candeline: auguri!): il 5 dicembre saranno 25 anni alla guida della Parrocchia dei Santi Vincenzo ed Anastasio.

E ciò che più riempie di soddisfazione don Gino, è l’essere riuscito ad avviare l’importante restauro degli interni della chiesa parrocchiale.

Era il 2 novembre 2017 quando un’amara sorpresa lo attendeva all’ingresso in chiesa: diversi fregi si erano staccati dalla volta, precipitando sul pavimento.

Per fortuna nessuno era presente, e il danno era stato solo materiale: ma il parroco si era visto costretto a stendere una rete di protezione e, anche così, a celebrare Messa con la paura di nuovi crolli.

In attesa di trovare una soluzione per il restauro dell’edificio e soprattutto i fondi per affrontare l’opera.

Dopo cinque anni e tante lettere spedite a enti, istituzioni, grandi catene commerciali, finalmente a inizio gennaio sono iniziati i lavori di ristrutturazione degli interni.

L’allestimento del ponteggio è stato affidato alla ditta “Abramo Maestro”, mentre le opere di recupero vengono eseguite da Cinzia Avanzi, che si è già occupata del restauro del Duomo di Chivasso.

Ora – ha spiegato il sacerdote – verranno tolti tutti i fregi, che saranno poi ripuliti, prima di essere riattaccati e inchiodati per una messa in sicurezza generale della volta. Quest’ultima e le pareti della chiesa saranno ridipinte in verde antico (il colore originale) e si indoreranno le parti in oro”.

Si lavora su tutta la volta e nell’abside: verranno sottoposti a pulitura il rosone centrale (dove è ancora presente la rete di protezione); saranno indorati i dodici grandi candelabri alle spalle dell’altare e deposto il quadro della Vergine con i santi Vincenzo e Anastasio, patroni della Parrocchia, che verrà ripulito dalla polvere per ciò che riguarda la tela e indorato nella parte della cornice, con la grande corona posta nella parte superiore e i due angioletti.

Infine, in tutta la chiesa si procederà alla pulitura dei capitelli dorati, grandi e piccoli.

Il costo dell’opera è 240 mila euro, 65 mila dei quali arrivano dall’8 per mille tramite la Diocesi; poi ci sono i contributi della Soprintendenza per il recupero di questo bene monumentale e artistico, il più importante di Rondissone, della Fondazione Crt, del Comune secondo le indicazioni della apposita legge regionale, oltre al sostegno della Diocesi e delle offerte della comunità.

Rimangono da coprire 100 mila euro e per non lasciare debiti, don Gino prosegue nella sua ricerca di sponsor pubblici e privati.

Il termine dell’opera è previsto per fine anno, ma don Gino non ha intenzione di fermarsi: “Se il buon Dio mi darà la salute e qualcuno metterà mano al cuore e al portafoglio, ci sono ancora due restauri da fare (il portone centrale e la cappella della Beata Vergine delle Grazie) e poi, come disse il profeta Simeone, ‘Ora lascia che il tuo servo vada in Pace, secondo la tua Parola’…”.

Redazione Web