(Elisa Moro)

“Tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova, e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo di Cristo, principio di tutte le cose” (Sacramentario Gelasiano). Il trionfo della Vita sul giogo della morte, della Luce vera sulle tenebre del male, apre alla novità della Pasqua: Cristo, vittorioso e glorioso, si rivela nella pienezza, come il Dio “amante della vita” (Sap . 11, 26), che inaugura “la nascita di un’umanità nuova e vera” (San Giovanni Paolo, Omelia 26/03/2000).

Tutto profuma di novità nella pagina del Vangelo di Matteo (Mt. 38, 1-10), proclamata nella Veglia Pasquale, aprendo ad interessanti spunti di riflessione, anche a partire dall’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” di Papa Francesco.

“Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana” (v.1): si inaugura la nuova e rivoluzionaria creazione, la vera “Genesi”, nel “giorno che non è simile agli altri giorni” (S. Gregorio di Nissa), che capovolge l’intera struttura della settimana. Il vero “primo giorno” diventa il momento “dell’incontro con Dio mediante Gesù Cristo…

Questo incontro avviene sempre nuovamente nella celebrazione dell’Eucarestia” (Benedetto XVI, 23/04/2011), nella Pasqua che ogni volta si rinnova nella Santa Messa.
“L’angelo disse alle donne: voi non abbiate paura! So che cercate Gesù… Andate ad annunciare ai miei fratelli” (v. 5.10). Ricercare Cristo: è questo un verso familiare che percorre tutto il Vangelo. “Che cosa cercate?” (Gv 1, 38), all’inizio della vita pubblica, e poi ancora alla fine: “Chi cercate?” (Gv 18, 4-7). La ricerca di Gesù è il cuore di un’esistenza spinta dal dinamismo evangelico: l’angelo, accanto alla tomba vuota, come ai pastori di Betlemme, annuncia, inviando alla missione.

La Risurrezione, come ricorda Papa Francesco nell’“Evangelii Gaudium”, “non è una cosa del passato; contiene una forza di vita che ha penetrato il mondo… e ogni evangelizzatore è uno strumento di tale dinamismo” (n. 276). Si è chiamati a diventare “Christicole” – usando le parole del tropo medievale “Quem Qaeritis” – veri adoratori di Cristo, testimoni concreti della novità di vita donata: “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor. 5, 17).

 

Gv 20,1-9

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette.
Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.