“Insegnami, mio Diletto, come potrei glorificarti, venendoti incontro nelle vie di Gerusalemme, oggi in cui Tu vieni per soffrire la Passione a mia eterna salvezza?”.
A questa domanda di Santa Gertrude di Helfta, Gesù, nelle visioni mistiche concesse alla monaca cistercense, rispose con quattro immagini.
“Dammi una cavalcatura! … la contrizione
del tuo cuore sarà la mia cavalcatura”.
Umilmente il popolo si riunisce ai cancelli dell’ospedale per riconoscere la propria miseria e per chiedere perdono dei tradimenti e degli errori. Ci sono i malati che cercano la salute e la guarigione, i bambini che spontaneamente si uniscono ai genitori, gli operatori sanitari che implorano saggezza, coraggio ed energie, la gente della zona che chiede pace e prosperità.
“[Dammi] una folla che venga gioiosamente a me… supplirai all’amore che il mondo ha omesso di tributarmi”.
Nello spiazzo all’ingresso dell’ospedale la grande folla inizia la gioiosa processione: i rami di palma vengono benedetti dal cappellano, padre Romano. Vengo travolto dagli innumerevoli bambini e giovani; da anziani e moltissime donne. Non posso che muovermi, trascinato dalla loro letizia.
“[Dammi] una folla che mi segua cantando le mie lodi”
Un tripudio di canti e grida e un incessante sventolare di rami di palme accompagnano la processione che segue il sacerdote e si dirige verso il cortile interno dell’ospedale, luogo di sofferenza e cura. Si sente la stessa tenerezza del Signore per gli afflitti da tanti mali che incontrò mentre entrava in Gerusalemme, e si domandano l’umiltà, la pazienza e la carità che ci insegnò il Signore con la Sua Passione.
“[Dammi] una folla che m’accompagni e mi serva”
È iniziata così anche in Uganda la settimana santa; e in tutto il mondo. Vedendo l’enorme folla nell’ospedale Lacior di Gulu, così giovane e gioiosa, mi invade il desiderio che anche il nostro popolo italiano viva questa settimana autentica secondo la richiesta di Gesù alla mistica medievale.
“Adesso c’è la Settimana Santa … bisogna guardare [Gesù] in faccia veramente, col desiderio del bene, col desiderio della verità: «Di tutto sono capace Signore, se sto con te che sei la mia forza»; è un tu che domina, non delle cose da rispettare… Guardare in faccia Gesù” (Luigi Giussani)