“L’Osanna” era una particolare cerimonia che i monaci fruttuariensi celebravano nei loro cenobi la domenica delle Palme.
È riportata e ben documentata nei testi delle Consuetudini dell’antica abbazia sambenignese e ha un suo svolgimento tra il liturgico e lo scenografico, cosa che il nuovo abate, don Mario Viano, ha voluto riproporre.
Così, domenica scorsa, partite dalle singole cappelle dei borghi del paese, quattro processioni si sono avviate verso la piazza centrale di San Benigno: ogni borgo con i suoi stendardi, le palme intrecciate, i rami di ulivo e membri della cantoria maggiore cantanti una voce dell’inno composto dal maestro Andrea Pieragostini.
Radunatisi sotto l’ala, le quattro voci sono diventate una polifonia che in processione unica si è recata all’abbazia portando “l’Osanna”, cioè il crocifisso velato.
Infine, in una abbazia stracolma in ogni suo spazio è stata celebrata la Santa Messa.
Insomma un ritorno intenso e partecipato alle origini della nostra fede, che ben si è adattata ad altri eventi celebrati in questi giorni (come quello della presentazione del libro su Guglielmo da Volpiano).
Marco Notario
Redazione Web