La sera del Venerdì Santo, dopo la funzione liturgica della Adorazione della Croce, a Verolengo si svolge per le vie del paese la processione con la statua del Cristo Morto e deposto dalla croce. Anche quest’anno moltissimi fedeli hanno seguito il catafalco per onorare Gesù che, con il suo sacrificio, ci ha redenti, e molti sono stati i figuranti che, a vario titolo, sono intervenuti alla sepoltura del Figlio di Dio.

Hanno aperto la processione le tre Marie con il velo bianco che ombreggia il viso: una porta la croce con la stola bianca.

Poi sono seguite le donne, al cui seguito ci sono state le varie priore dell’anno recanti una candela.

Viene poi il catafalco con il corpo di Gesù calato dalla croce, i confratelli di San Michele con i camici bianchi e la candela, il sacerdote e i diaconi.

La Banda musicale verolenghese seguiva il primo scaglione.

Subito dopo due figuranti con la grande Croce: uno rappresenta il Maestro e l’altro il Cireneo; quindi i tre Apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, i ragazzi che portano gli strumenti della Passione – flagelli, chiodi e martello –, Maria Maddalena e la Veronica con il lino su cui è impresso il viso di Gesù, quindi la Sindone, la statua della Madonna Addolorata portata sulle spalle dalle ragazze, la Confraternita della Trinità i cui componenti sono vestiti di rosso, il gonfalone del Comune con le autorità civili e militari e infine gli uomini.

Davanti alla chiesa parrocchiale la “Cantarana”, un antico strumento che gracchia e produce un suono monotono.

Il catafalco con Gesù Morto, una volta usciva dalla chiesa di San Michele, e vi ritornava per la preghiera di compianto.

Durante il ministero di don Boero, invece, il Cristo usciva dalla chiesa parrocchiale di San Giovanni per tornare a San Michele.

Dall’anno scorso, cioè da quando si è ripresa questa pia tradizione con il nuovo parroco don Valerio d’Amico, il catafalco esce dalla chiesa di San Michele ed entra, per il compianto, nella chiesa parrocchiale: qui è rimasto fino alle 15 del Sabato Santo.

È una processione molto antica, e risale al XVIII secolo, mentre la Confraternita di San Michele era stata fondata nel secolo precedente.

La grande Croce, portata in processione, è del 1700 e su di essa viene riappeso il corpo di Gesù, quello che giace sul catafalco, e quindi venerata nella chiesa di San Michele.

È stata una cerimonia molto suggestiva, ma nello stesso tempo molto sentita.

Don Valerio ha guidato la preghiera comunitaria prima per le strade, in chiesa poi.

Le preghiere sono state intervallate dai pezzi musicali della Banda comunale, propri della sacra rappresentazione.

Quattro gocce di pioggia sono cadute sul corteo e il parroco, al ritorno in chiesa, ha recitato fra le altre preghiere una specifica per la pioggia, di cui tutti abbiamo molto bisogno.

Franca Sarasso

Redazione Web