È mancato a Milano, lunedì 17 aprile, Elserino Piol.

Nato a Limana, nel bellunese, l’8 dicembre 1931, dopo aver conseguito il diploma di perito elettronico, agli inizi degli anni ‘50 venne assunto all’Olivetti come programmatore di macchine a schede perforate.

Nel 1959 diventò direttore della divisione commerciale che nel 1962 si fonderà con Olivetti Bull per costituire la famosa Divisione elettronica.

Dopo un’esperienza negli Stati Uniti, al suo rientro organizzò il lancio commerciale della celeberrima “Programma 101”.

Il riscontro dei quadri dirigenziali nei confronti del progetto era tiepido; fu sua l’idea di presentarla al Bema Show, la grande esposizione di prodotti per ufficio che si teneva a New York nel mese di ottobre del 1965.

All’atto della cessione della proprietà intellettuale dei progetti della Divisione elettronica Olivetti alla General Electric, convinse i compratori che la P101 fosse in realtà una banale calcolatrice e non un dispositivo elettronico, evitando che anche questo progetto fosse ceduto agli americani, dimostrando una straordinaria “vision” sul fatto che il futuro di Olivetti e del mondo delle macchine di calcolo fosse proprio nell’elettronica.

Negli anni ‘80 l’amministratore delegato Carlo De Benedetti lo nominò direttore generale per le strategie e lo sviluppo.

Grazie alle sue intercessioni, nel 1983 Olivetti e AT&T firmarono l’accordo che portò la compagnia statunitense ad essere azionista di Olivetti con il 25% di quote azionarie, e che aprì allo sviluppo che portò Olivetti a essere il primo produttore di personal computer europeo e il terzo a livello mondiale, grazie a modelli straordinari quali il celebrato M24.

In quegli anni, alla ricerca di opportunità per creare una rete di collegamenti con i centri di ricerca e le università nelle aree più innovative di Boston e della Silicon Valley, dove già esisteva un laboratorio di sviluppo e ricerca Olivetti, entrò in contatto con Steve Jobs e Steve Wozniak, che erano alla ricerca di fondi per far crescere la Apple e chiesero all’Olivetti l’investimento di un milione di dollari nella loro start-up, in cambio del 20% delle quote azionarie.

Piol propose, con l’entusiasmo del visionario, l’affare a De Benedetti, che rispose con una frase rimasta nella storia: “Non stiamo a perdere tempo con questi due ragazzi, abbiamo cose più serie da fare”.

Sul suo libro “Il sogno di un’impresa”, racconta i motivi della conclusione l’avventura straordinaria dell’Olivetti, sottolineando l‘assenza di una politica industriale nazionale e la miopia delle banche.

Tra i primi, intuì le potenzialità del mercato delle telecomunicazioni mobili e, nel 1990, fondò Omnitel Sistemi Radiocellulari Italiani, insieme a Lehman Brothers, Bell Atlantic e Telia.

Nominato vicepresidente del gruppo nel 1988 e amministratore delegato nel 1990, lasciò l’azienda nel 1996.

In seguito, si dedicò e introdusse nel nostro Paese il venture capital, l’apporto di capitali di investimento per finanziare l’avvio o la crescita di attività in settori ad elevato potenziale di sviluppo, innovazione e attrattiva di cui le banche non intendevano farsi carico; tramite i fondi Kiwi I e Kiwi II della Pino Venture Partners finanziò Tiscali, Yoox Net-A-Porter Group (Ynap.com), Click.it, Blixer, Investnet, Cubeccom e Vitaminic.

La sua eredità sopravvive grazie all’omonima fondazione, avviata in Veneto all’inizio del 2023, con lo scopo di sostenere lo sviluppo delle tecnologie e delle idee innovative.

Doriano Felletti

Redazione Web