Venerdì 14 aprile si è tenuto nel salone attiguo al Santuario di Montestella il primo incontro di un ciclo di quattro appuntamenti organizzato dal Popolo della Famiglia.
Con un’impostazione originale, intervallando momenti musicali, lettura di passi poetici e approfondimenti di temi sociali, ci si propone di recuperare una dimensione valoriale che conduca ad “un Bene e una Bellezza possibili”, attraverso la valorizzazione della centralità della famiglia come cellula fondante la società.
Per una bellezza possibile che cosa c’è di meglio che la musica?
Quest’arte dal linguaggio universale che ha accompagnato l’esistenza dei nostri progenitori in tutte le fasi salienti della vita molto più di quanto non accada oggi, onnipresente nella grande cultura greca, dalla tragedia alla poesia, ed esaltata da Platone fino a dire “La musica dà anima all’universo”?
Proprio la musica ha dato un tocco in più di Bellezza alla serata: anzi, quasi ne è stata la parte preponderante, grazie a una coppia di sposi – Lucia Magnoli e Carlo Porrati, rispettivamente violinista e pianista, non per professione ma per pura passione – che hanno deliziato i presenti con musiche del compositore torinese del ‘700 Felice Giardini e di Beethoven.
ll loro sodalizio umano ed artistico ha dato i suoi frutti nella perfetta coesione, affiatamento, espressività, gioia.
La gioia di suonare – e suonare “insieme” – con slancio e passione e il desiderio di comunicare agli ascoltatori il messaggio di amore e pace insito nel linguaggio delle note emergevano dalla cavata sicura ed energica della violinista e dal tocco deciso, e pur raffinato, del pianista, dal fraseggiare franco e parlante, dalle intelligenti scelte dinamiche ed agogiche, dalla cura di ogni dettaglio del discorso musicale che ha sbalzato a tutto tondo la Sonata op. 8 n. 3 di Giardini, tra barocco galante e classicismo, e la Prima Sonata per violino e pianoforte di Beethoven del 1799 che, come la coeva Sonata “Patetica” per pianoforte, spazza via ogni “galanteria” con l’energia morale, formatrice e costruttiva del compositore la cui nobiltà d’animo è stata espressa nel famoso Testamento di Heiligenstadt che Lucia Magnoli ha letto, con felice intuizione, prima dell’esecuzione.
Si diceva della stretta unione fra musica e poesia nell’antica Grecia.
E proprio dalla Grecia antica, fra VII e VI secolo, ha preso l’avvio, dopo il momento musicale, un altro interessante momento di Bellezza, con la lettura di poesie scelte e recitate da uno “storico” insegnante del Liceo “Botta”, il professor Dario Pasero: Anacreonte, Mimnermo, Alceo di Messene e Simia, questi due ultimi presenti nell’Antologia Palatina, sono i poeti che hanno cantato, tra le altre cose, la vecchiaia, tema che costituiva il leit-motiv della serata, ognuno dal suo punto di vista, con la sua particolare sensibilità.
Lo stesso tema trattato in chiave moderna, filtrato in parte anche da una mentalità che non può prescindere da una visione cristiana della vita, è stato presentato nelle poesie di Ungaretti e Rebora e del poeta piemontese Giuseppe Pacotto (Pinin Pacòt).
Lettura molto piacevole, accompagnata con discrezione al pianoforte da Porrati.
Momenti di distensione e serenità in una serata interessante e impegnativa assai apprezzata dall’attento e numeroso pubblico.
Sabato 29 aprile si replicherà con un appuntamento dedicato all’infanzia e alla famiglia.
Carla Zanetti Occleppo
Redazione Web