Che i tagli sarebbero arrivati si sapeva da tempo, ma finora la citttà è parsa quasi vivere in una realtà sospesa, sul genere “sì, ci saranno… ma magari non riguarderanno noi”.

Magari.

Poi è giunto l’annuncio dell’avvio della procedura di mobilità: e Vodafone ha chiarito che riguarderà un po’ tutti.

Tutte le sue sedi italiane, mille lavoratori sui 5 mila 600 complessivi.

Ivrea? Ivrea pagherà un prezzo pesante: un quarto degli occupati verrà messo alla porta, 118 persone su 484; peggio, come numeri assoluti, sta solo Napoli, dove saranno tagliati 237 posti su 670.

In riva alla Dora, l’area customer fullfilment perderà 77 dipendenti su 185 totali, l’area finanze 11 su 39 e le risorse umane 5 su 13.

Una nota aziendale ufficializza l’avvio formale, attraverso una lettera inviata a sindacati e ministero del Lavoro, della procedura di “gestione” degli esuberi.

La società parla di “inarrestabile trasformazione strutturale del mercato, straordinaria pressione competitiva, necessità di avviare una profonda trasformazione e modernizzazione del proprio modello operativo per continuare a investire e a competere in modo sostenibile”.

E garantisce di voler trovare soluzioni sostenibili e condivise con il sindacato. Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Ugl telecomunicazioni hanno risposto che la crisi del settore telecomunicazioni deve essere affrontata globalmente, e non azienda per azienda come sta avvenendo; e che comunque a rimetterci non possono essere ancora una volta i lavoratori.

Anche perché è almeno un decennio che il settore è in crisi di ricavi, nonostante la domanda sia in crescita.

Già nel 2019 Vodafone e sindacati avevano siglato un contratto di solidarietà di 12 mesi, poi prorogato di altri 6, per mantenere i livelli occupazionali e nel frattempo puntare ad azioni mirate di riconversione professionale.

Nel 2021 e nel 2022 sono stati poi sottoscritti accordi finalizzati a consentire ai lavoratori interessati una risoluzione incentivata del rapporto di lavoro per poter accedere alla Naspi: ma le adesioni non sono state quelle sperate, 92 a fronte delle 310 previste; allo stesso modo, solo 34 persone su 80 potenziali hanno accettato il prepensionamento, fino a 5 anni di anticipo con assegno ponte versato dall’azienda.

Ora Vodafone sancisce che il fondo del barile è stato completamente raschiato, resta solo la mobilità

Redazione Web