Molto folto il pubblico, per il settimo concerto della stagione dell’Orchestra Sinfonica Giovanile del Piemonte, giovedì scorso all’Auditorium “Mozart”.
L’orchestra era diretta dal suo direttore stabile e fondatore Gianni Monte, con Achille Lampo al pianoforte.
Grande attesa per una serata che si preannunciava molto interessante anche per il programma: Sinfonia da “Le nozze di Figaro” e Concerto per pianoforte e orchestra n. 21 in do maggiore KV 467 di Mozart; Sinfonia n. 8 in si minore D 759 “Incompiuta” di Schubert.
Il musicologo Alfred Einstein ebbe a scrivere che il “corpus” più grande e importante di tutta la storia della musica è costituito dai 23 concerti per pianoforte e orchestra di Mozart.
L’affermazione può anche essere presa con riserva, ma è certo che la bellezza di queste opere e il livello d’ispirazione a cui si mantengono tutte (escludendo forse il Concerto per due pianoforti) ha del miracoloso.
Dopo la metà del XVIII secolo alcuni musicisti avevano già composto concerti per questo organico, ma Mozart fu il primo a intuirne tutte le potenzialità espressive, la bellezza della voce dell’orchestra che fascia il suono del pianoforte, il piacere del colloquio amichevole fra due entità sonore così diverse, ma capaci di discorrere su un piano paritetico, esprimendo e affermando ciascuna la sua personalità ben precisa, ma sempre in rapporto di “amistà”, con qualche eccezione più “drammatica”, come lo stupendo Concerto in re minore, non a caso tanto amato da Beethoven.
Opere in cui il genio di Salisburgo esprime la quintessenza della sua classicità e delle sua intima raffinatezza.
Nel Concerto eseguito, le melodie si succedono morbide e ben concatenate, toccando il vertice nel bellissimo Andante che è stato bissato a fine serata.
Si sa che la Giovanile “funziona” benissimo quando è diretta da Monte e, dopo un’esecuzione spigliata e raffinata della Sinfonia d’opera, ha cantato quasi con voluttà i tre movimenti del Concerto.
Il pianista, pur bravo e molto estroverso, non ha però saputo trovare la giusta calibratura per un’esecuzione mozartiana.
Sappiamo per esperienza che l’Incompiuta è uno dei cavalli di battaglia di Gianni Monte con la sua orchestra, e anche stavolta l’esecuzione straordinaria ha riscosso un vivissimo successo: incompiuta, ma con i due movimenti che formano un tutt’uno inscindibile e completo, la Sinfonia è stata cesellata nelle sue caratteristiche salienti in modo approfondito e “affettuoso”, ogni famiglia di strumenti ha dato il suo meglio per sottolineare la bellezza dei temi e la complessità delle elaborazioni e degli sviluppi, facendo risaltare i piani sonori in un discorso pregnante e consequenziale.
La grande tristezza di fondo è stata cantata con accorata pregnanza, la dolcezza dei temi interrotta da accordi drammaticamente sferzanti, quella tremenda “discesa agli inferi” di violoncelli e contrabbassi, che ritorna tre volte nel primo movimento, sembrava voler scavare nell’intimità più riposta delle coscienze.
Le dinamiche raffinatissime e il fraseggio sempre appropriato hanno contribuito a rendere l’esecuzione parlante ed efficace.
Applausi scroscianti.
Carla Zanetti Occleppo
Redazione Web