Sono partiti alle 5 del mattino di ieri, sabato, 29 aprile, da Verrua, i pellegrini della Parrocchia di Sant’Anni di Borgo Revel, per percorrere a piedi la strada che conduce al Santuario mariano di Crea – leggi qui – .

Perché il pellegrinaggio e perché nella esigente forma del cammino, un cammino comunitario?

La storia del popolo di Dio, a partire dall’Antico Testamento, offre tanti esempi e ragioni: basti pensare che una parte dei Salmi (dal 120 al 134) è detta dei “Salmi ascensionali”, proprio perché accompagnavano il pellegrino nell’itinerario verso il Tempio.

Sentimenti che si ripropongono nel tempo:

“Per rivivere i ricordi di Crea bisogna farsi pellegrini (…). La frenesia di raggiungere velocemente una meta non può che offuscare le visioni, togliendone l’incanto; il passo misurato del pellegrino, interrotto da riposanti ed opportune soste, consente invece al pensiero di sfruttare la visione (…). Lasciamo dunque la veloce e inebriante automobile (…) ed in compagnia del caval di San Francesco affrontiamo la via (…). Chiudi gli occhi per un istante, o Lettore, per cancellare le visioni che ti ha lasciato la Ferrovia, quintessenza della modernità (…)”.

Il linguaggio un po’ arcaico e soprattutto i riferimenti alla “inebriante automobile” non meno che alla “Ferrovia, quintessenza della modernità”, rivelano che il testo è un po’ datato.

Ed è vero, poiché fu dato alle stampe nell’agosto del 1924 dal Prof. Luigi Gabotto, Botanico di professione e studioso di Storia locale casalese e monferrina per passione.

Il libro si intitola (come pare ovvio per chi conosca il gusto per la sintesi dell’Autore) “Crea”.

Ed è ancora oggi uno dei più completi trattati che mettono il Lettore in condizione di conoscere molto del Sacro Monte (anche dal punto di vista geomorfologico, oltre che artistico e spirituale), che si erge su colline un tempo sommerse dal mare.

Il 1924, poi, pare un anno lontano dal IV Secolo, che vide Sant’Eusebio, il Protovescovo del Piemonte, fondare i luoghi di preghiera di Crea ed Oropa, dedicandoli alla Vergine.

Ma non è così lontano, anzi, è assai prossimo, al tempo della “rinascita” di Crea.

Non va, infatti, dimenticato che nel 1801, dopo secoli di splendore, il Santuario fu abbandonato, depredato, semidistrutto e cadde, infine, in rovina. La soppressione degli Ordini religiosi imposta da Napoleone ed il vandalismo ottennero il loro triste scopo.

Fino al XIX Secolo inoltrato e poi al 1889, quando la Chiesa e tanta parte della società civile monferrina e non solo intrapresero una grande opera di restauro, che ebbe un altro punto fermo nel 1972.

Quel 1924, dunque, potè apparire come il momento propizio per “fare il punto” sul recupero di questa grande realtà, simbolo di un intero territorio.

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Realtà simbolica anche perché la visione pastorale e sociale del Vescovo Eusebio, fu capace di trasferire nella cultura la devozione mariana, scegliendo due luoghi (appunto: Crea ed Oropa) dove in passato si praticavano culti pagani.

Un particolare dice di una vera e propria “scelta”, pastorale e culturale.

A differenza di altri luoghi ove sorgono santuari mariani (ne sono tra i tanti esempi Lourdes, Fatima, Le Tre Fontane, fino a Prascondù) qui non si sono verificate apparizioni (che la Chiesa meglio definisce “rivelazioni private”).

Il tentativo del Santo Vescovo fu, dunque, più ambizioso.

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Ma veniamo al nostro pellegrinaggio, che ha visto il nutrito gruppo di Borgo Revel arrivare al Santuario puntualissimo alle 11.

Poi un po’ di riposo, la S.Messa, il pranzo e, nel primo pomeriggio, il Santo Rosario meditato lungo il sentiero che conduce alle singole Cappelle, fino all’ultima, dedicata all’incoronazione di Maria, della “Il Paradiso”.

Su Crea si potrebbe dire e scrivere ancora tanto, perché la sua storia è parte della nostra, delle storie del nostro popolo.

Chissà che non ci torneremo.

Per ora vi lasciamo con un’ampia gallery fotografica che ha altresì indugiato su alcuni particolari artistici della basilica e con il filmato che ripropone i momenti essenziali di questa bella giornata: soprattutto la sapiente omelia dettata dal Parroco Don Valerio D’Amico, la benedizione, l’atto di affidamento di tutta la comunità alla Madonna di Crea.

Buona visione e buon ascolto.