La proposta dell’Amministrazione comunale di far pagare il soggiorno dei senza tetto nel dormitorio comunale ha infiammato il dibattito politico degli ultimi giorni.
Il provvedimento è stato presentato durante l’ultima seduta del Consiglio, e non è stato approvato per lo “stop” giunto dalle opposizioni.
Secondo la proposta presentata dalla maggioranza di centrosinistra, il contributo per la notte sarebbe stato addebitato ovviamente non alla persona che usufruisce del servizio (che non ha i mezzi per pagare), ma al Comune di provenienza: non pagano i residenti a Chivasso, pagano 10 euro coloro che provengono da un Comune consorziato con il Ciss (che comunque versa già la propria quota procapite al Consorzio stesso, come prevede il regolamento) e 18 euro per chi proviene da un Comune non consorziato con il Ciss.
La casa di ospitalità notturna di Chivasso si trova in via Nino Costa, nell’edificio che ospita gli uffici del Ciss: era nata da un’idea della Giunta guidata dal sindaco Libero Ciuffreda e aperta il 1° novembre 2015.
L’attività del dormitorio è regolata da una convenzione fra Comune di Chivasso e Ciss che prevede che il Consorzio metta a disposizione i locali, mentre il Comune si occupa della gestione, versando al Ciss il rimborso per le utenze.
La struttura ha 12 posti letto (riservati a un’utenza maschile) e apre tutti i giorni dalle 19.15 alle 7.15, fornendo anche la colazione.
In Consiglio le parole più sferzanti sono giunte da Claudia Buo di Liberamente Democratici, assessore al Bilancio con il sindaco Ciuffreda, che ha sottolineato come con questo provvedimento si stia chiedendo ai senza tetto (non di Chivasso) di prenotare e pagare il dormitorio, mentre si sono spesi quattro Consigli comunali per approvare un provvedimento di conferimento della cittadinanza onoraria simbolica ai figli degli stranieri che vivono in città.
Un controsenso.
Redazione Web