In un momento storico segnato da difficoltà e contrasti a livello politico, economico, culturale e sociale, cittadinanza e politica hanno la responsabilità di non restare inermi e passivi, ma di accettare in modo saggio e costruttivo le sfide emergenti, attingendo linfa dai valori umani e cristiani che hanno sempre messo al centro la dignità della persona, della libertà (anche religiosa), della solidarietà in vista del raggiungimento dell’autentico bene comune. Questi valori costituiscono la base per un’autentica partecipazione e assunzione di responsabilità alla vita democratica di una comunità secondo l’intendimento che fu già di Paolo VI quando definiva la politica come “la forma più alta della carità”.
Poiché la dignità della persona umana implica la ricerca del bene comune, ciascuno ha il dovere di adoperarsi per suscitare e sostenere istituzioni che servano a migliorare le condizioni di vita degli uomini, avendo sempre davanti agli occhi che – come ricorda la dottrina della Chiesa – il bene comune comprende l’insieme di quelle condizioni della vita sociale che permettono ai gruppi, come ai singoli membri, di raggiungere la propria perfezione più pienamente e più speditamente.
Sono perciò inscindibili dal conseguimento del bene comune il rispetto e la promozione dei diritti fondamentali della persona, la prosperità o lo sviluppo dei beni spirituali e temporali della società, la pace e la sicurezza.
I cattolici non possono restare spettatori passivi, ma devono sentire il dovere di dare il proprio contributo per migliorare la realtà in cui vivono e impegnarsi per restituire alla politica la necessità di una tensione ideale, rafforzandone il fondamento etico e culturale. Come nel passato l’operosa presenza nella vita sociale e politica di uomini e donne animati da una profonda fede cristiana è stata utile e importante per promuovere la rinascita e il progresso, così oggi è fondamentale il loro contributo sul piano sociale e politico, al servizio del bene comune nelle nuove sfide e nei nuovi scenari.
I laici cristiani non possono sottrarsi alla responsabilità di testimoniare la dimensione morale, sociale e culturale della propria fede a servizio e nell’interesse della comunità, aperti a una leale collaborazione con tutte le forze sane della nostra società. Papa Francesco, il 30 aprile del 2017 in Piazza San Pietro, ha esortato i presenti: “Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la P maiuscola! Cercate senza timore il dialogo con chi vive accanto a voi, anche con chi la pensa diversamente, ma come voi desidera la pace, la giustizia, la fraternità. È nel dialogo che si può progettare un futuro condiviso”.
Impegno dei cristiani deve essere quello di restituire alla politica un’anima etica, avendo fortemente chiaro che l’autorità esige di essere al servizio, dando la precedenza al bene comune e agli interessi generali anche se comporta sacrifici. Il bene comune va promosso al di sopra di ogni interesse personale o di parte. L’appartenenza a uno schieramento politico non deve mai offuscare la tensione verso il bene di tutti.
Quando infatti sono in gioco i valori basilari della nostra civiltà (vita, famiglia, dignità umana, rispetto) tutti devono essere coerenti nel promuoverli e nel difenderli. Al riguardo il filosofo Hugo Grotius, maestro di diritto internazionale, scrisse: “Un uomo non può governare una nazione, se non sa governare una città. Non può governare una città, se non sa governare la propria casa. Non è in grado di governare la propria famiglia, se non sa governare se stesso”.