Un giovanotto chiamato a dire “due parole” ai colleghi, con i quali avrebbe ricevuto la laurea il giorno successivo, davanti a docenti e genitori, si è espresso così:

Cari colleghi laureandi, domani saliremo sul palco indossando le nostre toghe e i nostri berretti, e riceveremo la nostra laurea. Per alcuni sarà la fine della vita universitaria, altri continueranno. Mentre riceveremo la laurea, nuove porte si apriranno per noi, nuove opportunità, e sarà nostra responsabilità coglierle. “Da grandi poteri derivano grandi responsabilità” (un adagio reso popolare dall’Uomo Ragno, ndr). Domani si tratta anche di questo; accettare “il potere” che ci viene dato nella nuova fase della nostra vita, non solo per i privilegi che porta con sé ma con tutte le responsabilità che l’accompagnano. Mi piace questa citazione perché è un modo di rinnovare la promessa che facciamo ogni volta che decidiamo di iniziare qualcosa.

È un patto che abbiamo fatto anni fa quando siamo entrati per la prima volta in questa Università. Volevamo laurearci ed eccoci qui. Volevamo essere performanti negli studi e nello sport e abbiamo dato il meglio di noi stessi. Sovente ci piace definirci responsabili, ma lo siamo davvero? Essere responsabili significa essere affidabili e assumerci la paternità delle nostre azioni. Non possiamo (e non dobbiamo) evitare le nostre responsabilità, non possiamo sfuggirle per sempre.

Essere responsabili richiede disciplina e l’impegno a fare la cosa giusta ancor più quando è difficile. Responsabilità significa prendere atto delle cose e quando è ora riconoscere i nostri errori, ammettere di esserci sbagliati; un’attitudine quotidiana, anche nelle piccole azioni e nelle piccole cose, perché è necessario essere onesti con se stessi e con gli altri. Essere responsabili significa essere leader quando il vento è contrario, fare sacrifici per il bene superiore, ma anche prenderci cura di noi stessi e delle persone che ci circondano. Quindi, domani, quando avremo nelle nostre mani la laurea, celebriamo entrambe; “potere” e “responsabilità” che ci sono dati.

Adeguando il contesto e gli interlocutori questo può essere considerato come invito, promemoria e monito per molti, per tutti forse, ciascuno con la propria quantità di “potere” e le derivanti “responsabilità”. Non da meno in un periodo di elezioni, dove potere e responsabilità sono parole forti e cariche di significato.

Perché a chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più. Lo riporta anche Luca, l’evangelista.