La Staffetta dell’Umanità per la Pace, da Aosta a Lampedusa, ha fatto tappa a Ivrea e per l’occasione in piazza davanti al Municipio si è fatto uno straordinario presidio, che ha visto la partecipazione di tanta gente.
Oltre al sociologo Marco Revelli e al matematico Piergiorgio Odifreddi, firmatari dell’appello dell’evento promosso da Michele Santoro, è intervenuto al termine anche il vescovo emerito di Ivrea ed ex presidente di Pax Christi, monsignor Luigi Bettazzi.
Nei loro interventi hanno ribadito con chiarezza la condanna della guerra in Ucraina e del modo in cui l’Europa e i Paesi occidentali hanno condotto e conducono la guerra contro la Russia, che ha aggredito militarmente l’Ucraina.
Tre cose, con ammirevole lucidità ha indicato il “quasi secolare” vescovo Luigi: alimentare una mentalità nonviolenta, perché la nonviolenza è via alla pace, insistere con la soluzione diplomatica del conflitto e attivare forze di interposizione, anche in assenza dell’Onu, bloccato dal veto dei 5 Paesi vincitori della seconda guerra mondiale.
Basta guerra, basta armi!
Questa è la richiesta dei manifestanti in piazza a Ivrea e in tutti i luoghi toccati dalla Staffetta, lunga 4 mila chilometri.
Perché la guerra è il male peggiore che, come hanno detto anche Revelli e Odifreddi, va evitato e va fermato subito mentre, per interessi particolari, si è lasciato fare: con tutte le conseguenze di morte e distruzione, con costi economici ed ecologici il rischio di provocare una folle guerra nucleare.
La manifestazione, pur essendo stata improvvisata, ha visto la numerosa partecipazione di tanti venuti anche da Torino, dove ogni sabato alle 11, come a Ivrea, si tiene in piazza il presidio per la pace e il disarmo, organizzato dal Coordinamento Agite.
Mentre alcuni/e manifestanti sono andati a percorrere il tratto di staffetta prefissato sulla Via Francigena, i presenti battendo le mani hanno accompagnato gioiosamente le canzoni di pace suonate e cantate da Fabrizio Zanotti e Federico Giovannini (Sisifo).
Pierangelo Monti
Redazione Web